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Ma a Todi chi comanda?
Chi la mattina varca per primo la soglia del Palazzo?
Chi è più motivato a governare?
Chi prometteva a gran voce di aprire gli armadi in cerca degli scheletri dell’uscente governo di centrosinistra?
Una cosa è evidente: la città ha cambiato volto e sembra che l’incertezza regni sovrana.
Ormai siamo quasi rassegnati ad attendere l’ultima “trovata” dell’amministrazione comunale.
Quello che è certo è che le scelte non vengono mai condivise con i cittadini che poi ne dovranno sopportare gli effetti maggiori.
Questo si è reso palese, soprattutto, nel centro storico, da tempo bersagliato da provvedimenti del tutto incomprensibili se non addirittura dannosi e non solo per chi ci abita o ci lavora,
Che il centro storico sia stato “espropriato” ai tuderti è un fatto incontestabile perché molto è stato fatto per renderlo scomodo se non addirittura inaccessibile.
La piantumazione dei paletti, l’esclusione della “Piazza” quale location dei più importanti spettacoli estivi, l’incertezza sulla chiusura/apertura del varco elettronico, il fioccare delle multe, sono i segni più visibili di quel progetto di riqualificazione del centro urbano voluto dal governo locale, sempre più di destra, che ha avuto l’effetto di contribuire ad allontanare i tuderti dal cuore pulsante della loro città.
Se nel periodo estivo si è sopravvissuti grazie anche all’arrivo dei turisti, il cui trend in positivo a livello nazionale è stato confermato anche a Todi, la stagione autunnale ha riproposto, invece, con forza le magagne già note.
Mancanza di una programmazione organica, scelte sbagliate, incapacità di gestire le problematiche?
Di sicuro quel che difetta in assoluto è la comunicazione tra il Palazzo e la comunità cittadina.
Il distacco è talmente grande che, ormai, i provvedimenti vengono calati dall’alto senza alcuna mediazione né tentativo di consultazione tanto che, spesso, non vengono fornite neppure spiegazioni pur nell’imbarazzo, evidente, di chi vorrebbe rispondere al cittadino che chiede.
È piuttosto esemplificativa la recente convocazione da parte dell’amministrazione comunale, degli esercenti delle attività economiche del centro storico, girata via whatshapp su una chat poco significativa per il numero degli iscritti, apparentemente fissata per organizzare gli eventi natalizi, in realtà, già tutti decisi e programmati.
Mi chiedo che spazio ci possa essere nel cartellone natalizio, che da qualche anno vede impegnati sempre gli stessi protagonisti, per altre iniziative di altri soggetti dal momento che non è mai stato fatto un bando per formare un’ eventuale graduatoria tra più proponenti.
Perché la crisi economica che attraversa le attività economiche e commerciali del centro storico non costituisce una delle priorità dell’azione amministrativa com’è accaduto, ad esempio, quando si è deciso di tutelare e favorire soltanto quelle di nuovo insediamento?
Si ha l’impressione che a Todi a qualcuno sia permesso molto e ad altri poco o nulla, che le regole valgano più per alcuni e meno per altri, che i contributi pubblici siano, qualche volta, concessi senza prudenza perché indirizzati verso manifestazioni di scarso o di nessun interesse per la collettività, che, in qualche caso, l’interesse privato prevalga su quello pubblico.
Visto come vanno le cose, la battaglia è, forse, già persa, ma ritengo, da cittadina e quale Segretario del Circolo Pd di Todi Centro, che i valori della legalità, della giustizia, della buona amministrazione, non possano mai essere sacrificati alla ragion politica del consenso elettorale.
Occorre un risveglio della coscienza collettiva ed forse una ancora più incisiva azione di controllo da parte delle opposizioni in consiglio comunale.

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