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La marscianese-tuderte Sonia Montegiove tra i 16 esperti esterni scelti dal Governo per la task force di studio e contrasto dell'hate speech
sonia montegiove

C’è anche un’umbra, la marscianese-tuderte Sonia Montegiove, tra i 16 esperti esterni scelti dal Governo per la task force di studio e contrasto dell’hate speech (odio online). Il gruppo di lavoro, con diverse competenze in ambito digital, dovrà “mappare i possibili strumenti tecnologici di contrasto con cui i gestori delle piattaforme possono limitarne l’impatto sulla società nel rispetto dei principi costituzionali”.
L’iniziativa è della Ministra per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano, congiuntamente al Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e al Sottosegretario della Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria Andrea Martella.

Il Ministero ha annunciato che l’obiettivo è “di redigere, nei prossimi tre mesi, una relazione conclusiva contenente i risultati dell’analisi e una o più proposte concrete, tra cui eventuali misure correttive alla normativa vigente”. Il loro contributo, va specificato, sarà a titolo gratuito ed il primo obiettivo descritto dalla Ministra sarà “un’attenta analisi del fenomeno e per individuarne le caratteristiche, mappare i possibili strumenti tecnologici di contrasto e identificare le modalità con le quali i gestori delle piattaforme possono contribuire a limitarne l’impatto sulla società nel rispetto dei principi costituzionali“. Il testo, approvato a Montecitorio con 234 voti a favore, nessun contrario e 131 astenuti, passa ora al Senato.

Il gruppo di lavoro, del quale fanno parte sociologi, giornalisti, professori universitari ed avvocati, sarà coordinato da Guido Scorza e sarà composto da Stefano Epifani, Giovanni Boccia Altieri, Luca De Biase, Sonia Montegiove, Martina Pennisi, Anna Masera, Ilaria Sotis, Massimo Mantellini, Carlo Blengino, Juan Carlos De Martin, Giovanni Ziccardi, Giovanna Cosenza, Sara Bentivegna, Walter Quattrociocchi, Paolo Iabichino e Rosy Russo. La Ministra Pisano ha presentato l’iniziativa spiegando che “ormai non c’è giorno in cui non vengano registrati casi eclatanti di hate speech, una deriva che va arginata. Un fenomeno, quello dell’odio online, la cui percezione sta progressivamente maturando nella forma e nella misura in cui non è più soltanto un elemento a sé, ma è considerato come una sfumatura particolare e preoccupante di quello che è l’odio nella sua accezione più generale e compiuta”.

Sonia Montegiove, informatica e giornalista, è componente del Consiglio dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria. Si occupa di formazione sulle tematiche delle nuove tecnologie e dei social network. Coordinatrice editoriale del magazine specializzato Techeconomy, ha svolto una intensa attività per la promozione del software libero, seguendo la migrazione all’open source di realtà di primario rilievo nazionale. Ha all’attivo diverse pubblicazioni tecniche, oltre a due libri – #Gnomeide: salvate le mamme e i papà e #Gnomeide2: manuale di sopravvivenza ai social network – legati all’educazione digitale dei figli. Proprio giovedì 30 gennaio è previsto un suo incontro a Firenze, presso la biblioteca del Consiglio regionale della Toscana, sul tema “I minori nella rete: conoscere il cyberbullismo” alla presenza del Presidente del Consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani e da Enzo Brogi, Presidente del Corecom Toscana.

“Il compito del gruppo di lavoro – si legge in una nota – non sarà semplice poiché segue medesime esperienze, spesso improvvisate sull’onda di particolari notizie di cronaca, dalle quali non sono sortiti risultati apprezzabili nel recente passato. Coordinare una lotta all’odio online è una questione presumibilmente legislativa, ma anche e soprattutto culturale. Su quali leve agire per cambiare la situazione? E prima ancora: quali sono le dimensioni del problema e quale la sua specifica definizione? Insomma: definiamo “odio online” una volta per tutte, tentiamo di perimetrarne le espressioni, dopodiché immaginiamo azioni in grado di limitarne la diffusione. Il solo sforzo coordinato in tal senso potrebbe aiutare a maturare una consapevolezza fondamentale per sortire un qualche risultato grazie ad un giusto approccio collaborativo”.

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