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Da lunedì 18 maggio verranno riprese, con le necessarie precauzioni, le celebrazioni liturgiche comunitarie: ci si riavvia così verso la normalità
Front of the Tempio di San Fortunato, Todi

Le nostre comunità cristiane sono state molto provate da questo tempo di separazione: la comunione, il celebrare in assemblea, è quanto di più naturale nella vita della Chiesa e, di conseguenza, il non poter vivere queste dimensioni, è stato motivo di grande sofferenza. All’improvviso tutto sembra essersi fermato, anche nella vita delle nostre parrocchie: celebrazioni, Sacramenti, incontri di catechesi per bambini, giovani, ragazzi, adulti; sì è interrotto anche il cammino di preparazione al Matrimonio che tante coppie di giovani stavano percorrendo e molti hanno dovuto rinviare di mesi il loro matrimonio.

Abbiamo celebrato la festa da cui nasce tutta la nostra vita e la nostra speranza, la Pasqua di Risurrezione, in sordina. In questi giorni nelle nostre parrocchie erano programmate le prime Confessioni e la prima Comunione dei nostri ragazzi: tutto rinviato a date da decidere.
E intanto ogni giorno ci hanno raggiunto le notizie di tanti malati, di tante persone morte, come anche la sofferenza di tanti nel dover stare separati dai loro familiari malati e addirittura dai loro morti.

Sì, tanta sofferenza, ma anche tanti momenti di speranza e di luce. In questi due mesi abbiamo visto tante persone spendersi per gli altri quasi fino a dimenticare se stessi, abbiamo imparato quanto mai prima che “nessunouomo è un isola” e che solo dalla comune responsabilità gli uni per gli altri nascono le soluzioni ai problemi delle persone e della società, mentre l’egoismo, la chiusura del cuore, producono solo e sempre fallimento e sofferenza.

Anche nella comunità ecclesiale molti sono stati, insieme alla sofferenza, i risvolti positivi e forse quanto mai abbiamo compreso cose di cui molto si parlava, ma che scivolavano sulla pelle: il valore della preghiera fatta insieme nelle nostre case e con le nostre famiglie; il ruolo educativo dei genitori anche e soprattutto nell’ordine della trasmissione della fede; la carità verso i fratelli soli e bisognosi, la bellezza dei Sacramenti che, proprio perché indisponibili, ci sono apparsi più che mai importanti e vitali per la nostra esistenza; ma poi anche il valore del silenzio, dello stare con le persone che amiamo, dell’ascolto reciproco per cui non abbiamo mai tempo, del bisogno che abbiamo di prenderci cura del nostro spirito, della grazia di avere nel papa, oggi papa Francesco, chi sa parlare al nostro cuore con parole di vita eterna.

Ci siamo anche rallegrati della costatazione che il Coronavirus ci ha appena sfiorati, senza arrecare danni sensibili nelle nostre comunità e di ciò ringraziamo tante persone che hanno vigilato su di noi, ma ancor prima il Signore che ci ha usato misericordia, Maria Santissima, alla quale ci siamo affidati fin dall’inizio della pandemia, il nostro Patrono san Fortunato, che dall’alto del nostro colle e soprattutto dall’alto del cielo, da Dio, ci guarda, ci protegge, ci benedice.

Ora, come ormai a tutti noto, da lunedì 18 maggio verranno riprese, con le necessarie precauzioni, le celebrazioni liturgiche comunitarie nelle nostre chiese. Ci riavviamo così verso una normalità che raggiungeremo tanto prima e tanto meglio quanto più sapremo muoverci con prudenza in questa fase, rispettando le regole che ci vengono date.

Stato Italiano e Chiesa Italiana (CEI) hanno stilato a tal fine un protocollo che si incentra su tre perni fondamentali: distanziamento sociale, uso della mascherina, sanificazione personale e degli ambienti. Per rispondere a tali regole abbiamo formulato le seguenti indicazioni:

1. Ogni chiesa sarà preparata in modo che tra le persone che partecipano alle liturgie ci sia la distanza di almeno un metro: a tal fine all’ingresso di ogni chiesa sarà posto un cartello indicante il numero di persone che possono accedervi contemporaneamente.  Entrando e uscendo, poi, occorre mantenere la distanza di almeno 1,5 metri.

2. Quanti entrano in chiesa per le celebrazioni siano muniti di mascherina che copra bocca e naso.

3. Non è permesso l’accesso a chi ha una temperatura corporea superiore a 37,5 gradi centigradi e a quanti, negli ultimi giorni, sono entrati in contatto con contagiati COVID-19.

4. Si occupino i posti indicati e si evitino il più possibile spostamenti.  Qualora in qualche chiesa siano disponibili spazi in cui rimanere in piedi, si rimanga comunque ad almeno un metro di distanza dagli altri.  Chi occupa i banchi eviti si utilizzare l’inginocchiatoio se il posto davanti a lui è utilizzato da qualcuno.

5. Per chi vuole ricevere la comunione: si rimane in piedi al proprio posto. Viene il Sacerdote. La Comunione viene distribuita esclusivamente sulle mani, evitando contatti tra il ministro e i fedeli.

6. Al termine della Messa si evitino scambi di saluti e assembramenti in genere, sia dentro che all’esterno della chiesa. Quanto prima si esca dalla chiesa mantenendo la distanza di almeno 1,5 metri l’uno dall’altro e ci si allontani dalle porte.

7. Durante la celebrazione non sarà possibile raccogliere offerte passando tra i banchi. Chi vuole lasciare la propria offerta, può deporla in un apposito contenitore che sarà predisposto nei pressi delle porte della chiesa, premunendosi di prepararla in anticipo così da non creare assembramenti.

Le norme circa la sanificazione, poi, prevedono che sarà collocato all’ingresso della chiesa del gel sanificante a disposizione dei fedeli, che al momento della distribuzione della Comunione il sacerdote e gli eventuali ministri che lo aiutanoprovvederanno alla sanificazione delle mani,  e che le chiese, terminata la celebrazione, saranno sanificate. Allo stesso tempo saranno rimossi dalla chiesa l’acqua benedetta nelle acquasantiere, come anche libri dei canti o altri fogli che dovessero passare di mano in mano. Anche il servizio all’altare, come anche quello dei lettori e dei cantori, sarà strettamente sottoposto alle norme del distanziamento.

Nell’Unità Pastorale di San Fortunato (Todi Città) le sante messe festive del sabato e della domenica saranno celebrate, con l’orario precedente alla chiusura dell’otto marzo, nelle seguenti chiese:

Concattedrale: sabato ore 18; domenica ore 11,30 e 17 (non viene utilizzata la cripta).

Consolazione: sabato ore 18; domenica ore 10 e 18.

SS.mo Crocifisso: domenica, ore 8,30, 10, 11,30.

San Nicolò: domenica ore 10.

Montesanto: domenica ore 10.

Per le messe festive non si celebrerà più nelle chiese di Santo Stefano e del Broglino.

Anche le messe feriali verranno celebrate nelle varie parrocchie secondo gli orari precedenti alla chiusura dell’8 marzo; nella parrocchia del SS.mo Crocifisso tuttavia anche le celebrazioni feriali saranno tutte nella chiesa del SS.mo Crocifisso, mentre in quella di San Giorgio nella chiesa omonima, in via di Porta fratta.

Nell’Unità Pastorale di San Martino I papa (Ponterio-Pian di porto, Pian di san Martino, Ilci, Montemolino, Duesanti, San Damiano) le sante messe festive riprenderanno con gli orari pre-covid; le sante messe feriali saranno celebrate solo nella chiesa di Ponterio.

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