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Il primo maggio ricorre il centenario della storica istituzione, quando nel 1921, venne tenuta la prima adunanza
comunanza agraria

La gestione dei beni pascolivi e boschivi della montagna affonda le radici nei secoli; da sempre affidata agli abitanti di una determinata zona i quali vantavano i cosiddetti diritti di uso civico, tali beni hanno costituito la primaria fonte di reddito e sostentamento per le famiglie del posto. Numerose le testimonianze che ritroviamo negli archivi storici e dalle quali si comprende l’importanza del patrimonio posseduto e la necessità di difesa dello stesso da intromissioni, ingerenze e soprusi perpetrati da soggetti terzi.

Nell’epoca più recente, dopo la costituzione dello stato italiano unitario, furono emanate alcune leggi in materia di uso civico e, in applicazione della Legge Nazionale n. 397 del 1894, nel territorio comunale di Massa Martana si costituirono nell’ordine la Comunanza Agraria di Viepri (1900), di Castelvecchio e Rocchette (1912), di Colpetrazzo (1914) e di Mezzanelli (1917). La costituzione della Comunanza Agraria di Massa Martana si concretizza soltanto nel 1921, dopo alcuni tentativi andati a vuoto.

Il 1° maggio 1921, dopo due convocazioni promosse dall’allora Sindaco di Massa Martana a cui la cittadinanza non risponde, alla terza convocazione si tiene “l’adunanza per la nomina dell’amministrazione provvisoria della Comunanza Agraria di Massa Martana”.
L’adunanza inizia con la stesura di un atto di notorietà da parte di quattro testimoni: Bruscolotti Enrico, Felicetti Costantino, Baglioni Gregorio e Paolucci Giuseppe, che riuniti nella sala comunale davanti al sindaco Antonio Orsini Federici, stilano l’elenco di coloro che hanno “il loro domicilio legale o di residenza e di affare in Massa Martana, capoluogo e suo circondario” per l’identificazione degli aventi diritto a far parte della Comunanza Agraria di Massa Martana.

Quindi si passa alle votazioni e un cospicuo numero di massetani dà ascolto agli inviti del sindaco e partecipa alla elezione del Consiglio Amministrativo Provvisorio della Comunanza Agraria.
Vengono eletti 5 consiglieri, il più votato – con 157 voti – è Orsini Federici Pietro, seguono poi Lancellotti Giuseppe con 151 voti,  Mottini Tullio con 148, Federici Emilio con 137 e infine Cecchini Napoleone con 122.
I cinque eletti si riuniscono il 5 maggio 1921 e come primo atto procedono alla nomina del presidente nella persona del sig. Orsini Federici Pietro.

Da allora sono passati cento anni, si sono succedute numerose amministrazioni, Presidenti, Commissari e sono state emanate molte leggi, una delle quali prevedeva addirittura lo scioglimento e la liquidazione delle Comunanze agrarie, fortunatamente senza avere seguito.
Oggi con l’emanazione della recente Legge n. 168 del 2017 le Comunanze Agrarie sono state finalmente riconosciute come ordinamento giuridico primario delle comunità originarie, soggette alla Costituzione e dotate di autonomia statutaria; i principi fondatori sono rimasti gli stessi, ossia la cura, la gestione sostenibile e la conservazione del patrimonio naturale, economico e culturale, considerato come comproprietà inter-generazionale.

Il patrimonio che ci appartiene è un bene che, a dispetto di un luogo comune, non ci è stato lasciato dai nostri nonni, bensì dato in custodia dai nostri nipoti per conservarlo, utilizzarlo e restituirglielo migliore.
Essere utenti della Comunanza Agraria significa essere parte attiva di un patrimonio rilevante da un punto di vista economico, ma soprattutto ad alta valenza paesaggistica e culturale. Significa appartenere ad una comunità e rappresenta un elemento imprescindibile dell’identità territoriale.

“In questo momento storico particolare – si legge in una nota della Comunanza – vogliamo festeggiare il primo centenario della Comunanza Agraria di Massa Martana esprimendo gratitudine a chi ha amministrato e a chi ha lavorato per questo Ente. Vogliamo altresì impegnarci per continuare a gestire questi beni nel migliore modo possibile e, superata questa particolare contingenza, ci impegniamo ad organizzare una bella giornata nelle nostre montagne per tutta la collettività”.

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