Condividi su facebook
Condividi su twitter
Da giornalista che vive tra Milano e Todi, mi permetto di apportare alcune note a questo commento da voi pubblicato (https://www.iltamtam.it/2021/04/22/todi-sempre-meno-attrattiva-chiudono-3-banche/?cn-reloaded=1).
 
Evito considerazioni personali, ma Manuel Valentini dovrebbe forse uscire dal guscio di Todi per capire cosa accade davvero nel risiko finanziario internazionale. Da anni le banche sono autentiche  multinazionali e di italiano è rimasto ben poco. Sono rimasti alcuni nomi, certo, ma le sedi legali si sono spostate a Londra o ad Amsterdam, e le maggioranze diventate francesi o spagnole. Insomma non esistono praticamente più, con la sola eccezione delle Bcc e di alcuni istituti radicati sul territorio, degli interlocutori reali presso i quali un sindaco dovrebbe far valere non si sa ben quali diritti per mantenere aperto uno sportello. 
 
Alla base c’è infatti un macro problema. Da anni il costo del denaro è ai minimi storici. Un bene per noi consumatori. Un problema per le banche che si devono misurare con dei costi di gestione spesso non convenienti rispetto all’ammontare raccolto sul territorio. Ecco allora bancomat che chiudono, banche che si accorpano, licenziamenti. Il problema, anche qui, non è il sindaco di un piccolo comune dell’Italia centrale. Ma è semmai l’impoverimento del tessuto economico e produttivo locale, evidentemente non più cosi forte da giustificare la presenza di numerosi istituti di credito.
 
Le banche oggi si occupano di assicurazioni, real estate, finanza strutturata. La raccolta a sportello è tristemente destinata a finire. La controprova, oggettiva e indiscutibile, arriva dalla crescente raccolta di Poste Italiane. Privata di nome ma non di fatto! Ecco forse proprio i 2 uffici postali tra Todi e Pian di San Martino, rappresentano un patrimonio da poter difendere. Ma sul resto, sulle banche e le loro chiusure, forse alcuni partiti dovrebbero pensare bene prima di parlare.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter