Nel corso di una cerimonia pubblica svoltasi in piazza Vittorio Emanuele II, circa duecento cittadini di Monte Castello di Vibio, hanno salutato il loro parroco, Don Felicien Ilunga Mayamba, originario della Repubblica del Congo, che, nei prossimi giorni, per disposizioni ecclesiastiche, farà ritorno in Africa.
Alla manifestazione era presente il Sindaco, Daniela Brugnossi, che ha ricordato la collaborazione e l’impegno profuso da Don Felicien quando, dal 2013, è stato assegnato alla parrocchia di Monte Castello di Vibio in un periodo non facile caratterizzato (nel 2016) da un terremoto che ha determinato la chiusura temporanea della chiesa principale e, poi, dalla pandemia dovuta al Covid che ha costretto al cambiamento di molte abitudini e ad un distanziamento sociale cui non si era abituati.
Anche Antonella Gregori, presidente della Confraternita dell’Addolorata, ha ringraziato il parroco per l’intesa da subito instaurata con tutti i cittadini che ha consentito di lavorare in piena armonia e con spirito di comunità.
Don Felicien, da parte sua, ha ringraziato le istituzioni e i cittadini, per l’accoglienza e l’amicizia dimostratagli nel corso dei suoi anni trascorsi nel piccolo paese consapevole che questa esperienza ricca di insegnamenti continuerà a guidarlo anche nella nuova missione nel suo paese di nascita.
La giornata di commiato è stata inoltre l’occasione per la presentazione del libro scritto da Simone Mazzi dal titolo: “Confraternita della Madonna dell’Addolorata – 150 anni di storia e di spiritualità a Monte Castello di Vibio” che tratta la storia della Confraternita sorta nel 1870 e ancora oggi molto attiva e presente nella comunità locale. Come ricordato dallo stesso parroco, infatti, la Confraternita di Monte Castello di Vibio, in assenza della Caritas, organizza spesso iniziative sia ricreative che caritatevoli ed è un punto di riferimento per le tante necessità materiali per le persone più povere, a qualunque fede appartengano.
Fortemente voluta dall’arciprete del tempo, Don Amanzio Rossi, che, ai fini della sua costituzione, ottenne persino la dispensa papale (perché esisteva già un’altra Confraternita dell’Addolorata nella vicina Fratta Todina), i suoi atti costitutivi e lo statuto furono resi esecutivi il 14 Settembre 1870, all’interno della chiesa parrocchiale dei SS. Filippo e Giacomo.
Il libro di Simone Mazzi ripercorre tutta la storia della Confraternita in cui, alle donne, erano affidati compiti importanti, quali, l’assistenza ai poveri, agli infermi e ai sofferenti, oltre al suffragio per le consorelle defunte. Agli aderenti erano prescritte varie regole fra cui, l’uso dell’”abitino” dell’Addolorata, la recita giornaliera di sette Pater e Ave in memoria dei sette dolori della Madonna, il digiuno e “qualche altra mortificazione nelle vigilie delle principali feste della Madonna”.
Durante la presentazione, oltre ai documenti di erezione della Confraternita, è stata mostrata anche l’antica statua lignea dell’Addolorata, realizzata nell’Ottocento, di proprietà della famiglia Fabrizi, solitamente esposta anche il Venerdì Santo e il giorno della festa dell’Addolorata che cade il 15 settembre.