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ANCE Umbria, CNA Costruzioni Umbria e A N A E P A Confartigianato E d i l i z i a Umbria, chiedono alla Regione di porre rimedio allo squilibrio con i prezzi reali
edilizia

In un comunicato, le principali associazioni umbre che rappresentano le imprese che fanno parte del comparto dell’edilizia, mettono in evidenza le incongruenze tra i valori riportati nel Prezziario Regionale e i costi reali dei materiali e della manodopera. 
Già in occasione della approvazione del vigente Prezzario, circa un anno fa, ANCE Umbria, CNA Costruzioni Umbria e ANAEPA Confartigianato Edilizia Umbria avevano segnalato alla Giunta Regionale la necessità di effettuare un aggiornamento significativo all’Elenco Prezzi che non riusciva più a fotografare compiutamente tutte le lavorazioni e prevedeva – in alcuni casi – l’utilizzo di materiali non idonei in base alle vigenti normative, peraltro in aggiornamento continuo. 

Inoltre, alcune lavorazioni riportavano dei prezzi assolutamente non in linea con le correnti valutazioni del mercato o, addirittura, prezzi non sufficienti neanche all’acquisto del materiale da fornire in opera.  Il prezziario rappresenta per le associazioni uno strumento indispensabile, però per essere davvero utile deve risultare equilibrato ed allineato con la realtà – sempre in divenire – della produzione del settore dell’edilizia.

Le associazioni quindi, al fine di assicurare concretezza, equilibrio e correttezza dell’Elenco Prezzi Regionale, avevano proposto alla Giunta Regionale:
– che venisse conferito mandato alla Commissione deputata all’aggiornamento di procedere alla rivisitazione integrale dello stesso entro e non oltre la data prevista per il successivo aggiornamento annuale (ottobre 2021) con l’inserimento di nuove voci necessarie, l’aggiornamento delle voci e delle descrizioni non idonee, nonché la correzione dei prezzi manifestamente non congrui;
– nell’immediato, proprio per evitare alterazioni e squilibri del mercato e assicurare, altresì, il giusto corrispettivo alle imprese appaltatrici, la modifica di alcune voci e di alcuni prezzi macroscopicamente inadeguati ed incongrui (es: Capitolo 6 relativo alle finiture edili, intonaci, pavimenti, rivestimenti, voci relative all’isolamento termico di tipo a cappotto, etc.). 

“Con grande amarezza – scrivono in una nota congiunta le associazioni – è necessario e doveroso constatare che la Commissione Regionale deputata all’aggiornamento del Prezzario, da quanto riferito dai nostri rappresentanti presenti ai lavori della stessa, non sembra avere recepito, se non in minima parte, le istanze fondate e corrette degli operatori economici che con il Prezzario ci devono lavorare.
Ovvero, le voci inadeguate e i prezzi non congrui e non rispondenti alla realtà del mercato e della produzione edilizia sono, al momento, rimasti tali e quali! 

Ad aggravare le conseguenze derivanti dalla inadeguatezza del vigente Prezzario Regionale contribuisce una congiuntura negativa, imprevista ed imprevedibile, largamente connessa all’emergenza epidemiologica mondiale in atto da Covid-19, che sta causando eccezionali rincari che riguardano, anzitutto, il prezzo dell’acciaio che, tra novembre 2020 e settembre 2021, ha registrato un aumento superiore al 150%. Ma la dinamica – oltre ai prodotti siderurgici – si osserva anche in altri materiali di primaria importanza per l’edilizia, come, ad esempio: i polietileni, il rame, il legno e il petrolio. 

Gli effetti del “caro materiali” rischiano di determinare una situazione insostenibile per le imprese, con gravi ripercussioni per gli appalti in corso e futuri, e potrebbero mettere a rischio anche le opere della Ricostruzione post sisma 2016, del Recovery Plan e gli interventi del Superbonus 110%. 
Lo scenario è drammatico, poiché tali incrementi eccezionali, si aggiungono alle già gravi difficoltà finanziarie e patrimoniali subite dalle aziende a causa dell’evento pandemico in atto. 

Il Governo è intervenuto con una norma tampone concedendo la possibilità di alcune compensazioni molto parziali, dal momento che per gli appalti pubblici disciplinati dal vigente Codice degli Appalti non sono previsti adeguati meccanismi revisionali. In tale contesto, quindi, i contratti non risultano più economicamente sostenibili per le imprese, con il rischio di non riuscire a farvi fronte regolarmente, nonostante gli sforzi messi in campo per rispettarli. 

Ma il problema investe direttamente anche gli appalti privati. 
In diversi casi le ditte fornitrici hanno comunicato agli acquirenti (imprese di costruzione) la impossibilità di rispettare le modalità contrattuali di consegna delle merci invocando i concetti di «causa di forza maggiore» e «risoluzione per eccessiva onerosità» proprio a causa del rilevante aumento dei prezzi.
Si tratta, infatti, di incrementi che vanno ben oltre l’alea contrattuale, travalicando le normali fluttuazioni del mercato. 

A fronte di tale situazione eccezionale, sempre con lo stesso spirito collaborativo, ANCE Umbria, CNA Costruzioni Umbria e ANAEPA Confartigianato Edilizia Umbria con una nota inviata nel giugno scorso, hanno sollecitato un aggiornamento urgente del Prezzario Regionale tenendo conto dei prezzi delle materie prime e semilavorati registrati nel primo semestre del 2021 anziché come in passato facendo riferimento alla media dei prezzi registrati nel 2020 ma non più attendibili. 

Ma la Commissione Regionale non sembra avere intenzione di recepire, se non in minima parte, i reali prezzi delle materie prime quali risultanti dalla attuale dinamica del mercato e della produzione.
Quindi, le voci inadeguate e i prezzi non congrui e non rispondenti alla realtà del mercato e della produzione edilizia che erano rimasti tali e quali, risulteranno ancora più inadeguati in conseguenza degli aumenti eccezionali dei materiali.
In questo modo andremo incontro al blocco dei lavori, ad un aumento del contenzioso e al fermarsi della ripresa appena iniziata”. 

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