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All’agricoltura italiana servono almeno centomila lavoratori stagionali per garantire le campagne di raccolta estive di frutta e verdura. È quanto afferma la Coldiretti, in riferimento all’annuncio di un nuovo decreto flussi da parte del Ministro degli Interni Luciana Lamorgese, nel sottolineare che occorre velocizzare il rilascio dei nulla osta necessari per consentire ai lavoratori extracomunitari, già ammessi all’ingresso con il decreto flussi pubblicato a gennaio di poter arrivare in Italia per lavorare nelle imprese agricole al più presto.

Le imprese agricole  hanno bisogno dei lavoratori richiesti ma, ad oggi, non sono stati ancora rilasciati i nulla osta da parte degli Sportelli Unici. Non è possibile che per colpa della burocrazia le imprese perdano il lavoro di una intera annata agraria dopo aver affrontato peraltro un pesante aumento dei costi di produzione determinato dalla guerra in Ucraina.

Rispetto all’anno scorso le quote di lavoratori extracomunitari ammessi per decreto in Italia è stato alzato a 69mila e di questi, la fetta riservata all’agricoltura è di 42mila posti, a fronte dei quali sono però pervenute circa 100mila domande. La presenza di lavoratori stranieri è diventata strutturale nell’agricoltura italiana dove un prodotto agricolo su quattro viene raccolto in Italia da mani straniere che rappresentano più del 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo il Dossier di Idos al quale ha collaborato la Coldiretti.

Un problema che riguarda nella nostra regione lavoratori che contribuiscono a trapianti e raccolta di frutta, ortaggi, tabacco, ma importanti anche per la vendemmia, per la raccolta delle olive e nel comparto zootecnico. Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese, spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli.

Ma con strumenti concordati con i sindacati, occorre consentire anche ai percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani di poter collaborare temporaneamente alle attività nei campi nel chiedere un piano per la formazione professionale e misure per ridurre la burocrazia e contenere il costo del lavoro con una radicale semplificazione che possa garantire flessibilità e tempestività di un lavoro legato all’andamento climatico sempre più bizzarro.

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