Crescono le esportazioni dell’agroalimentare umbro che fanno registrare un balzo del 18,5%. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti Umbria sulla base dei dati sul commercio estero dell’Istat nel primo semestre del 2022, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Complessivamente – sottolinea Coldiretti – sono stati esportati all’estero beni agricoli e alimentari per un totale di 413,9 milioni di euro nel corso del primo semestre dell’anno, contro i 349,1 del 2021, con l’import passato invece da 339,6 milioni di euro del primo semestre 2021 a 509 milioni di euro dei primi sei mesi del 2022.
Numeri e produzioni che vanno difesi e incrementati – secondo Coldiretti – con un sistema di regole condiviso, alternativo a ipotesi fuorvianti, o che magari non hanno niente a che vedere con il cibo naturale. Da qui un no deciso al nutriscore, al cibo sintetico, al trattato Mercosur e un sì altrettanto fermo all’origine in etichetta.
Gli strumenti più importanti per competere – sottolinea Albano Agabiti presidente Coldiretti Umbria – restano il territorio, la qualità e la distintività, accompagnati da politiche sempre più mirate e da strategie aziendali che tengano conto anche dell’evoluzione dei mercati. Sul piano logistico – aggiunge Agabiti – occorrono trasporti efficienti sulla linea ferroviaria e snodi aeroportuali per le merci che permettano di portare i prodotti rapidamente da nord a sud del Paese e poi in ogni angolo d’Europa e del mondo. La crisi “energetica” e la congiuntura economica in atto però – conclude Agabiti – sta complicando il lavoro delle imprese riducendone i margini, tenuto conto non solo dei rialzi dei costi produttivi, ma anche di quelli di trasporti e logistica per le spedizioni.
Se questi dati investono i prodotti enogastronomici umbri anche di un importante ruolo di promozione della regione all’estero – precisa Mario Rossi direttore regionale Coldiretti – i risultati positivi delle esportazioni agroalimentari non si sono ancora adeguatamente “trasferiti” alle imprese agricole, con distorsioni che permangono nel passaggio degli alimenti lungo la filiera dal campo alla tavola e con tante aziende a rischio chiusura per l’aumento dei costi. Proprio a migliorare e potenziare i rapporti di filiera che valorizzano il cibo italiano, tutelando i redditi degli imprenditori agricoli, mira, tra l’altro, l’impegno e il progetto di Coldiretti.