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31 anni dopo l’attentato che provocò la morte del giudice Giovanni Falcone, anche Deruta ricorda la figura del magistrato
commemorazione falcone deruta

Con la deposizione di un mazzo di fiori e, nel tardo pomeriggio, una messa al Santuario della Madonna del Bagno, anche Deruta ha reso omaggio al giudice Giovanni Falcone.

Alla deposizione del mazzo di fiori, avvenuta ieri mattina al Parco Falcone-Borsellino, c’erano il sindaco Michele Toniaccini, il vicesindaco Cristina Canuti, gli assessori Giacomo Marinacci e Piero Montagnoli, il Corpo di Polizia Locale di Deruta, il comandante della Stazione Carabinieri di Deruta, maresciallo Lello Priore, l’ex comandante De Rosa, il consigliere comunale, Mauro Andreani e il sindaco di Avigliano Umbro, Luciano Conti, quest’ultimo ospite del sindaco Toniaccini e alcuni cittadini.

“Il 1992 – ha detto il sindaco Toniaccini – segna una data tragica per il nostro Paese, l’uccisione di due magistrati simbolo della lotta antimafia: Giovanni Falcone il 23 maggio, e a 57 giorni di distanza Paolo Borsellino e con loro, altri grandi uomini e donne di giustizia.

La deposizione di fiori è un gesto simbolico, ma dal grande significato perchè non vogliamo dimenticare. È un segno di grande riconoscenza a chi ha sacrificato la propria vita in nome della legalità, del loro senso dello Stato, per i valori alti che ci hanno trasmesso. Questa giornata di memoria deve arrivare soprattutto ai nostri giovani, a coloro che in quel tragico 1992 non erano ancora nati o erano troppo piccoli per comprendere cosa stesse accadendo.

E proprio per diffondere ancora di più la memoria dei due magistrati, la loro lotta alla mafia, il loro messaggio di legalità, l’Amministrazione comunale ha voluto coinvolgere anche le parrocchie del territorio, unendo alla riflessione laica, un momento più strettamente religioso, attraverso la celebrazione della Santa Messa.

Il giudice Antonino Caponnetto, negli ultimi anni della sua vita, ha girato l’Italia per raccontare nelle scuole la storia dei due eroi. Tra le frasi più belle quella in cui diceva che “Le battaglie in cui si crede non sono mai battaglie perse”.

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