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Con l’onorificenza consegnatagli nel dicembre scorso dal prefetto di Perugia, è stata premiata la sua dedizione al lavoro al suo senso del dovere verso l’azienda ed i colleghi di lavoro
cerquaglia maestro lavoro

Il montecastellese Vanni Cerquaglia è “Maestro del Lavoro”. La notizia non è di certo recente, visto che la cerimonia di consegna, presieduta dal prefetto di Perugia Armando Gradone, è avvenuta il 5 dicembre scorso alla presenza delle più alte autorità della regione. L’onorificenza di “Maestro del lavoro” è il riconoscimento concesso a lavoratori e lavoratrici italiani che si sono distinti per perizia, laboriosità e buona condotta morale e che abbiano prestato attività lavorativa ininterrottamente per un periodo minimo di venticinque anni alle dipendenze della stessa azienda o di trent’anni alle dipendenze di aziende diverse. In tutto sono stati diciassette i lavoratori umbri, dodici nella provincia di Perugia e cinque di quella di Terni, insigniti della “Stella al merito del Lavoro”.

Abbiamo colto l’occasione per parlare con Vanni, che ha passato tutta la sua vita lavorativa alla “UmbriaBitumi” di Pantalla svolgendo con passione e senso del dovere le sue mansioni. Un vero e proprio esempio, in un mondo come quello di oggi, soprattutto nel privato, dove il precariato assume una costante nel campo occupazionale.

Nella mia vita mi sono sempre ritenuto fortunato ad avere un lavoro ha raccontato Vannie non c’è mai stato un giorno in cui mi sia pesato alzarmi di buon mattino per recarmi al lavoro. Ho sempre messo al primo posto il rispetto per i colleghi e per il lavoro altrui, poiché credo che solo cosi si possa costruire un buon ambiente, che permette di esprimere al meglio le tue capacità e metterle a servizio degli altri. Ringrazio e ricordo con affetto tutti coloro che ho incontrato sul mio cammino e condivido la gioia di questo riconoscimento soprattutto con la mia famiglia e con le persone più vicine a me. Purtroppo sempre più spesso si sente la notizia della morte di qualcuno nel luogo in cui prestava il suo servizio. Ogni volta è un pugno nello stomaco. Non dobbiamo mai abituarci a questo!”.

 

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