Nel presente focus dapprima analizzeremo l’evoluzione dei passeggeri dello scalo umbro in un’ottica diacronica (2000/23). Successivamente faremo un confronto mese su mese tra il 2023 e il 2019. Dopodiché non mancheremo di: vedere come si colloca il San Francesco tra i top 10 aeroporti italiani per crescita, fare una comparazione tra lo scalo umbro e quello di Ancona, osservare i movimenti aerei registratisi nel periodo compreso tra il 2023 e il 2012. Prima delle conclusioni metteremo a sistema le ottime performance del 2023 sia dello scalo che del turismo umbro.
Scalo umbro: i viaggiatori tra il 2023 e il 2000
L’aeroporto dell’Umbria, rinnovato tra il 2007 e il 2012, ha faticato ad affermarsi e raggiungere la soglia dei 500 mila passeggeri per cui era stato riprogettato.
In un’ottica diacronica, fra il 2000 e il 2007 i viaggiatori sono stati stabilmente sotto quota 100 mila. Dal 2008 al 2011 non hanno mai raggiunto la soglia dei 200 mila. Dal 2012 al 2019 sono oscillati tra un minimo di 201 mila ad un massimo di 274 mila. Si è dovuti arrivare al 2022 per superare convintamente quota 300 mila e al 2023 per vedere transitare più di 500 mila passeggeri.
Se facciamo una zoomata sulle variazioni degli ultimi 5 anni – al netto del 2021 e 2020 pesantemente penalizzati dalla pandemia – si ha che in valori assoluti la crescita oscilla tra i +163 mila e i + 313 mila; in termini di percentuali si va dal +44,1% al+142,9%.
Dati davvero importanti che hanno portato lo scalo umbro a collocarsi nel 2023, come avremo modo di vedere più avanti, al secondo posto per crescita tra tutti gli aeroporti d’Italia.
Passeggeri: un confronto mese su mese tra il 2023 e il 2019
Nel 2023 il San Francesco fa registrare rispetto al 2019 (anno pre-Covid) una crescita media superiore al +140%. Il picco si ha ad agosto con un +203%; a seguire luglio (+189,6%), settembre (+187%), giugno (+180,1%), ecc.
Finanche gennaio e dicembre, che sono due mesi turisticamente parlando non vivacissimi, hanno fatto registrare una crescita superiore al 40%.
Zoomando sui dati relativi ai mesi che vanno da aprile ad ottobre sembra di fare il confronto tra due aeroporti differenti con nessun legame tra loro: in tale periodo nel 2023 si sono avuti in termini assoluti sempre più del triplo dei passeggeri del 2019.
I Top 10 aeroporti italiani per crescita nel 2023 rispetto al 2019
I top dieci aeroporti italiani del 2023 per crescita. In questa speciale classifica il San Francesco si colloca sul podio: al secondo posto. Rispetto al 2019 fa registrare un +142,9%. Meglio di lui fa solo Trapani, mentre il terzo scalo del podio (Milano Linate) è sotto di circa cento punti percentuali.
Un confronto tra lo scalo umbro e quello di Ancona
Nel 2023 lo scalo umbro per la prima volta ha fatto meglio di quello di Ancona, che per natura e dimensioni e uno dei suoi più diretti competitor.
Nel dettaglio dei numeri si vede che negli ultimi 2 anni il San Francesco ha avuto un cambio passo netto rispetto al passato, facendo registrare tassi di crescita da record (+142,9% nel 2023 e +68,5% nel 2022). In valori assoluti, dal 2017 ad oggi ha nei fatti più che raddoppiato i passeggeri totali.
Lo scalo marchigiano non ha avuto tassi di crescita equivalenti a quello umbro, pur facendo registrare un buon andamento. Come dire: Ancona ha mantenuto le sue quote di mercato, ma Perugia ne ha guadagnate davvero tante.
Il movimento aereo del San Francesco dal 2023 al 2012
Dal rinnovamento del 2012 dello scalo umbro al 2023 i numeri dei movimenti aerei (atterraggi e decolli degli aeromobili) sono cresciuti notevolmente. In particolare, negli ultimi due anni abbiamo assistito dapprima al raggiungimento di quota 5 mila e cinquecento, per poi superare nel 2023 i 6 mila aeromobili atterrati e decollati.
Se ci concentriamo sulle variazioni dei movimenti aerei degli ultimi 5 anni – al netto del 2021 e 2020 condizionati dal Covid – vediamo che in valori assoluti la crescita ha come punto di minimo +656 e come massimo ben +2.207; in termini di variazioni percentuali si oscilla dal +11,9% al+55,6%.
Aeroporto umbro e turismo: un’accoppiata che sembra funzionare
Un aeroporto non è un luogo né autocentrato e né autoreferenziale, ma uno spazio che acquista senso quando alimenta il sistema delle relazioni, crea connessioni e interconnessioni, è uno snodo di una rete attiva. Per questo i dati che abbiamo finora analizzato ci stimolano ad allargare l’orizzonte della nostra riflessione e mettere a sistema le ottime performance fatte registrare sia dall’aeroporto che dal settore turistico. In particolare, è interessante concentrarsi su quello che è avvenuto da aprile 2023 – la Pasqua nei fatti apre il grosso della stagione turistica umbra – a ottobre, quando i flussi degli stranieri tendono a diminuire con l’approssimarsi della stagione invernale.
L’obiettivo analitico di questo paragrafo è cercare di capire quanto il rilancio dell’aeroporto abbia inciso positivamente sugli ottimi dati delle presenze turistiche registratesi nel 2023 in Umbria, che si sono attestate per la prima volta nel terzo millennio non lontano da quota 7 milioni.
Risulta sicuramente difficile sostenere che certi dati possano essere una mera coincidenza figlia del caso, che li fa sembrare accomunabili. E se non sono una mera coincidenza vorrà dire che esiste una qualche correlazione. Che per chi scrive, seguendo un metodo analogico-qualitativo, oltre ad esistere è anche di una certa consistenza.
A questo punto della riflessione, senza dilungarci oltre, il fatto che emerge con chiarezza, è che la strada intrapresa per il rilancio dell’aeroporto, se non subisce battute di arresto, sembra avere tutte le carte in regola per dare un’accelerata definitiva al turismo inbound e replicare le esperienze positive registratesi in altri scali come, ad esempio, nel Sud-Ovest della Francia, anziché in alcune regioni della Spagna o nella stessa Sardegna.
Conclusioni
L’aeroporto dell’Umbria, concepito per perseguire lo sviluppo economico e la modernizzazione della regione, è un’opera pubblica strategica al pari di una superstrada, di una tratta ferroviaria moderna anziché di un polo ospedaliero.
Rinnovato tra il 2007 e il 2012 ha faticato ad affermarsi e raggiungere la soglia dei 500 mila passeggeri per cui era stato riprogettato. E questo lo aveva messo in cattiva luce attirando non poche critiche.
Oggi il clima generale intorno allo scalo umbro e alle sue potenzialità è diventato totalmente positivo. Il merito di questo va sicuramente attribuito ai grossi investimenti voluti dalla Regione in sinergia con la SASE. Nei fatti c’è stata capacità di fare sistema e questo ha aperto le porte alle performance recenti che, complice anche un bilancio in salute, consentono di guardare con ottimismo al futuro, sia in un’ottica nazionale che internazionale.
Detto ciò, in conclusione – nella consapevolezza che lo sviluppo di un territorio è fortemente condizionato dalla facilità di raggiungerlo – chi scrive si auspica che nel 2024 il San Francesco possa continuare ad accreditarsi, tra le varie cose, sempre più come un’aerostazione di riferimento per tutte quelle compagnie aeree motivate ad approdare in questa area strategica dell’Italia centrale.