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Una riflessione su ciò  che  proporrei  oggi per la nostra città e per i cittadini. Del resto mi pare sia difficile sostenere che dopo il COVID sia necessario ridefinire  un po’ tutto dalla sanità alla scuola al lavoro alla presenza  negli uffici  e non sostenere la stessa cosa per le i programmi delle città.
Stiamo per la verità assistendo a tanti lavori pubblici che è bene ricordare che li stiamo realizzando ricorrendo al debito comune  con un modo mi pare un po’ troppo estraneo ai cittadini  ed alle loro volontà.  Il risultato sarà che avremo sicuramente strutture e servizi migliori  ma gli stessi   porteranno con se anche a probabili maggiori spese di gestione dei servizi. Del resto mi sembrerebbe poco accorto  valutare il costo di un servizio pensando solo al costo della struttura che in realtà per ora non  c’è.   E questo ragionamento vale per molti servizi.
Questo va  tenuto presente perché farà aumentare la spesa   pubblica sicuramente con qualche  sicuro riflesso anche sulla futura capacità di spesa  di tutti i soggetti pubblici che erogano servizi  e che avranno bisogno di personale.

Io per la verità penso che non sarà sicuramente possibile ridurre la spesa per la sanità come per la scuola  come per  aiutare le nascite altrimenti il calo demografico avrà grosse conseguenze negative che non terranno certamente conto dei dibattiti talvolta surreali che ascoltiamo.
Vi è sicuramente un diritto a non emigrare che è più forte di ogni altro diritto o regole o leggi  per poterlo fare. Il nodo vero è proprio questo.
Ma per tornare ai programmi delle città compresa ovviamente la nostra penso che  un progetto nuovo sia urgente   a partire da una nuova fase di sviluppo  dal centro storico alle frazioni  aiutato da un  nuova piano regolatore  che preveda un consumo di suolo zero.  Aiuti a chi vende e a chi acquista la casa  per viverci .

I centri si arricchiscono  di tutto con le famiglie e con i servizi ad essi collegati   come la ricchezza si produce con le imprese   che producono reddito e lo distribuiscono  come  è sempre stato.
Purtroppo il turismo e un grande aiuto ma non sostituisce altri settori, al massimo produce  un po’  di lavoro  e sincerante è già molto.   Ma guai a pensare che possiamo vivere solo di turismo. Nulla  ci aiuta a pensarlo.
Credo che dobbiamo pensare a ridefinire un piano del traffico vero, operando anche un riequilibrio della città.
Non e più rinviabile non pensare a rivitalizzare il corso  e ad una area di sosta su quel versante se occorre fare espropri li si facciano  se occorrono accordi li si facciano ma occorre chiudere la partita prima che si spopoli completante. Dopo non servirebbe a nulla. Si tratterebbe di attendere che perdiamo alcuni servi che qualificano la città ma che si possono perdere facilmente se diminuiscono gli abitanti  e non serve prendersela con chi se ne va che spesso è già rattristato per la scelta che ha dovuto fare.

Credo che sia  utile tentare di definire un accordo con il santuario di Collevalenza  e di capire come si possa rivalutare di molto la figura di Jacopone da Todi.   Credo altresì che un grande lavoro si dovrà dedicare a rapporti con le associazioni delle imprese per capire cosa possiamo fare e dobbiamo fare per aumentare la presenza di imprese insieme ed una grande iniziativa per il settore agricolo  commerciale e della occupazione .
Per la verità già buone condizioni le abbiamo e mi pare non siano utilizzate al meglio.  Proprio qui si può produrre occupazione  ed anche molto qualificata.  Basta pensare all’Istituto Agrario come all’Università come al Parco Tecnologico di Pantalla  tutte risorse da mettere bene a frutto.

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