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“Ora chi paga i danni?”, chiede Fabrizio Gareggia sindaco di Cannara, dopo che il Tribunale aveva sospeso la caccia alla tortora per la preapertura
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Il TAR dell’Umbria ha respinto il ricorso degli ambientalisti contro il calendario venatorio. Il problema è che prima di questa decisione, il Tribunale amministrativo aveva sospeso in via cautelare la caccia alla tortora per la preapertura: così i cacciatori, il primo settembre, dopo aver speso soldi per le licenze e le attrezzature, si sono ritrovati senza alcuna specie di pregio da poter cacciare. 

Esprime soddisfazione l’assessore regionale Roberto Morroni: “Si tratta di un pronunciamento che conferma, ancora una volta, la qualità e la solidità del lavoro fatto dall’Assessorato e dalla sua struttura tecnica a garanzia di un sempre più attento e responsabile esercizio dell’attività venatoria. Un indirizzo politico chiaro e coerente quello dell’Assessorato e della Giunta regionale, che in questi anni ha garantito alle migliaia di cacciatori umbri calendari venatori “blindati” che hanno saputo respingere sia le contrapposizioni dettate da un ambientalismo eccessivo ed esasperato, che le forzature improvvide e scomposte alimentate da smanie di protagonismo personale ed ansie elettoralistiche individuali”.

Polemico invece il sindaco di Cannara Fabrizio Gareggia. “Al netto delle valutazioni giuridiche su queste decisioni – dice Gareggia – è evidente che gli ambientalisti fanno un uso strumentale e distorto dei ricorsi che ricadono sui cacciatori e che si rivelano sempre infondati. Una prassi che, oltre a ingolfare i Tribunali, rappresenta un vero spreco di tempo e soldi dei contribuenti, ma soprattutto che crea danni ingenti a chi chiede solo di poter praticare la caccia nel rispetto delle leggi e dell’ambiente. Ora, chi pagherà per questi danni?

I movimenti ambientalisti mirano esclusivamente ad impedire la caccia e sono diretta espressione di partiti politici che oggi vorrebbero tornare al potere in Umbria. Per questo occorre dare un segnale forte contro questo inaccettabile abuso, perché il rischio che corriamo è quello di lasciare spazio alle posizioni più ideologiche ed estreme, perdendo definitivamente quella che è una tradizione antichissima e molto radicata nella nostra Regione”.

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