La netta affermazione di Stefania Proietti e della coalizione di centrosinistra alle elezioni regionali, che ha avuto un impatto rilevante anche sulla politica nazionale, apre una nuova stagione in Umbria di speranze da non disattendere ed impone alla classe dirigente del Partito Democratico di Todi alcune riflessioni sullo scenario politico cittadino, da sviluppare a partire da alcuni dati inequivocabili.
1. Il Partito Democratico, con più di duemila voti di lista (2023 per l’esattezza, pari al 32,11% dei voti validi), torna ad essere in modo indiscutibile la prima forza politica della città, aumentando i propri consensi in valore assoluto, rispetto alle ultime consultazioni elettorali europee – che avevano già segnato una chiara ripartenza – di più di settecento voti. Un risultato non caduto dal cielo ed improvvisato, ma frutto di un lavoro durato anni, tra mille difficoltà, teso a ridare centralità al nostro partito e a fargli mettere nuove radici nella società tuderte, con un’opera di “semina” negli anni dove la destra sembrava imbattibile. Impressionante, poi, il raffronto con le scorse regionali, visto che il Partito Democratico aumenta i voti rispetto a cinque anni fa nonostante un calo considerevole dell’affluenza.
2. I soli 145 voti che dividono le coalizioni di destra-centro e centrosinistra in questo turno elettorale, nonostante la candidatura del Sindaco Ruggiano, certificano come la sua epoca di governo volga, ormai, al tramonto. Il destra-centro perde centinaia di voti rispetto alle ultime elezioni europee e, dopo essersi attestato per anni quasi al 60%, ora riesce a malapena a superare di pochissimo il 50%. Clamoroso il flop personale di Ruggiano, sesto nella lista di Forza Italia, superato addirittura da Francesca Peppucci.
3. L’ottimo risultato del centrosinistra, sia a livello regionale che a livello locale, è l’effetto non solo di un “campo largo” di forze politiche e civiche che hanno dato ampia rappresentanza alle istanze progressiste e moderate, ma, soprattutto, di una nuova alleanza sociale che ha messo al centro della propria agenda la cura delle persone e la prossimità verso di esse. Cruciale, in tal senso, il ruolo svolto dai comitati in difesa della sanità pubblica e quelli nati contro la scelta del termovalorizzatore che, di concerto con i partiti, hanno svolto un’opera preziosa ed insostituibile di sensibilizzazione delle persone, dei veri e propri presidi democratici che hanno portato all’attenzione del dibattito pubblico i veri problemi che incidono sulla carne viva degli umbri e dei tuderti.
Il risultato delle elezioni regionali, dunque, conferisce al Partito Democratico di Todi una grande responsabilità, cioè quella di organizzare, in vista delle elezioni comunali del 2027, una proposta di governo seria e credibile in alternativa al malgoverno della destra, consolidando ed ampliando il lavoro di opposizione svolto in questi anni. Una grande fase, dunque, di confronto non solo con tutte le forze politiche alternative alla destra, ma con la società tuderte nel suo complesso e le sue articolazioni.
Già nelle prossime settimane il Partito Democratico di Todi aprirà un percorso costituente e programmatico teso a costruire un’agenda di governo con al centro la questione sanitaria, quella ambientale e, soprattutto, quella del lavoro e dello sviluppo economico, la grande assente del dibattito cittadino.
La destra di Ruggiano, per inseguire le manie di grandezza e i complessi narcisisti dei propri amministratori, persegue, con pessimi risultati, la strada di Todi come città esclusivamente turistica, una sorta di piccolo parco giochi per turisti mordi e fuggi e qualche miliardario straniero. Al Partito Democratico, al centrosinistra e alle forze sane di questa città il compito faticoso e di medio-lungo periodo di invertire la rotta riportando al centro i bisogni delle persone.
MANUEL VALENTINI – Segretario Partito Democratico Todi
UMBERTO MAGNI – Capogruppo Partito Democratico Todi