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Secondo quanto dichiarato tempo fa dall’allora assessore regionale Melasecche, la stazione non sarebbe tra quelle da riaprire
Stazione di Fratta Todina e Monte Castello di Vibio foto di Remo Albini

Negli ultimi anni si parla molto di treni veloci, sviluppo sostenibile, tecnologia, alta velocità e addirittura di “comuni smart” poi, invece, si apprende dalla stampa, per voce dell’assessore regionale Melasecche, che la stazione di Fratta Todina e Monte Castello di Vibio, lungo la Ferrovia Centrale Umbra, non sarebbe fra quelle che verranno riaperte dopo i lavori di rifacimento che stanno interessando tutta la tratta ferroviaria da Ponte San Giovanni a Terni. 

Se la notizia fosse confermata sarebbe un’altro duro colpo per i cittadini e per l’economia del territorio che risulterebbe sempre più privo di servizi verso il capoluogo di Perugia e le altre destinazioni regionali e interregionali.
Vorremmo ricordare che la stazione ferroviaria in questione è stata oggetto nel non lontano 2009 di importanti lavori di ristrutturazione del fabbricato e del magazzino merci proprio per essere utilizzata dagli utenti soprattutto lavoratori pendolari, studenti e anche turisti che hanno necessità ogni giorno di raggiungere il capoluogo regionale. Privare di questo servizio decine e decine di persone, costringendole ad utilizzare il mezzo privato, sarebbe un fatto gravissimo. 

La Ferrovia centrale umbra fu costruita quasi 110 anni fa proprio per offrire servizi alla popolazione locale e far uscire dall’isolamento intere zone anche quelle meno popolose. Sacrificare tutto ciò sull’altare di qualche treno diretto che ferma solo nei centri più popolosi significa non rendersi conto delle reali necessità della popolazione umbra ma di agire solo per fini particolari. 

Chiediamo ai sindaci dei due comuni, d’intesa possibilmente anche con altre amministrazioni interessate al problema, di portare al più presto tale argomento in seno ai rispettivi consigli comunali di Monte Castello di Vibio e Fratta Todina nonchè in mezzo alla popolazione per sviluppare un’energica richiesta di modifica di tali intendimenti alla Regione dell’Umbria. 

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