Nella prima metà di gennaio del 1985, giusto quaranta anni fa, l’Italia intera e gran parte dell’Europa, furono interessate da un’improvvisa ondata di freddo polare accompagnato da intense nevicate che durarono per circa due settimane.
Il maltempo colpì duramente il nord e il centro della penisola con neve e freddo eccezionali che non si ricordavano dal 1929. Tantissimi furono i disagi per la popolazione con interruzione delle attività commerciali e scolastiche, blocco della circolazione stradale e ferroviaria nonchè degli aeroporti. Divenne di tutta evidenza che molte città, anche di grandi dimensioni, come Milano e Roma, non erano assolutamente attrezzate per fronteggiare un’emergenza di protezione civile come questa. A Firenze gelò persino l’Arno mentre, in Umbria, si ghiacciò completamente il Trasimeno che poteva essere percorso a piedi.
A Milano, data la carenza di manodopera, furono impiegati perfino i militari per spalare la neve e, per lo scopo, vennero utilizzati anche alcuni carri armati! Nel centro Italia le zone più colpite furono quelle dell’Appennino umbro marchigiano e dei Monti Sibilini.
In gran parte d’Italia la neve cadde ininterrottamente per giorni interi, accumulandosi fino a raggiungere altezze record. Quasi tutte le strade risultarono bloccate per giorni e i mezzi di soccorso faticarono per raggiungere le zone colpite. In molte frazioni si verificarono black out elettrici dovuti soprattutto alla caduta sui cavi di molte piante di alto fusto sovraccariche di neve e interruzioni dell’acqua corrente per il congelamento delle tubazioni e dei contatori. Gli agricoltori, anche in Umbria, subirono perdite economiche a causa dei danni alle strutture e alle colture, soprattutto agli ulivi di cui circa la metà si seccò.
Il forte maltempo nel comprensorio tuderte non fece eccezioni. Presso la stazione meteorologica dell’Istituto Tecnico Agrario “Augusto Ciuffelli” di Todi, collocata all’imbocco del viale Montecristo e gestita per tanti anni con ammirevole passione e professionalità dal prof. Roberto Nasini, nelle giornate dell’8 e del 12 gennaio furono registrate minime, rispettivamente, di -10,9 e -10,8 gradi. Per almeno otto giorni consecutivi anche le massime si mantennero sotto lo zero. Un record, insomma!
Nonostante gli ingenti danni causati dal gelo e dalla neve, la popolazione umbra mostrò comunque resilienza e determinazione nel superare queste difficoltà e riprendersi dalle perdite subite. Gli uliveti stessi furono quasi subito reimpiantati anche grazie alla produzione di nuove piantine di ulivo ricavate da talee preparate presso le serre dell’Istituto Tecnico Agrario (nella foto).
A questo inverno così rigido seguì poi un’estate molto lunga e siccitosa con precipitazioni molto al di sotto della media. Il 1985 fu dunque, climaticamente parlando, un annus horribilis.