Le ultime settimane che hanno accompagnato la fine del 2024 e l’inizio del nuovo anno sono state caratterizzate, nell’ambito della politica cittadina, da tre eventi di rilievo che ben possono essere riassunti così: “Ruggiano ai titoli di coda”.
- L’approvazione del bilancio preventivo 2025-2027, con cui l’Amministrazione Ruggiano ha traguardato la metà del mandato affidatole nel Giugno del 2022, fa emergere con chiarezza la totale mancanza di visione strategica e di prospettive di sviluppo economico-sociale che caratterizza la destra tuderte. Ormai l’ordinaria amministrazione – come, ad esempio, il non mandare in dissesto il bilancio comunale – viene spacciata per opera straordinaria e magnificata con la solita tronfia e sempre più bolsa retorica del primo cittadino. Sotto la patina della propaganda, però, c’è una città impoverita e in declino, guidata da una giunta senza bussola, incapace di qualsivoglia programmazione e ridotta ad una penosa “guerra” con i piccoli Comuni che fanno parte dell’Area Interna della Media Valle del Tevere e dell’Umbria Meridionale per accaparrarsi più stanziamenti possibili in seno ad essa, segno tangibile della crisi della nostra Todi, ridotta ad essere ente capofila di un’area interna.
- Grazie agli ottimi Sisti e De Luca, rispettivamente Presidente dell’Auri e Assessore all’Ambiente della Regione Umbria, siamo venuti a conoscenza che, nonostante il Piano regionale dei rifiuti (approvato nel novembre 2023) fissasse a 180 mila tonnellate il tetto annuo dei conferimenti in discarica, una delibera di Auri del dicembre 2023 lo aveva innalzato a 220 mila tonnellate, mentre la Giunta regionale, con un’altra delibera del luglio 2024, lo aveva ulteriormente incrementato a 230 mila tonnellate. In pratica all’Auri Ruggiano, platealmente sbugiardato, con una mano forzava le tappe per la costruzione dell’inceneritore e con l’altra aumentava anche il tetto dei conferimenti in discarica.
- Da ultimo, abbiamo avuto notizia, accolta da notevole clamore mediatico, delle dimissioni di Ruggiano dal Coordinamento regionale di Forza Italia, con motivazioni molto polemiche nei confronti degli attuali vertici di quel partito e, in special modo, nei confronti di Andrea Romizi. Senza voler entrare nelle legittime dinamiche interne e dialettiche di una forza politica che fa parte del centrodestra, fa abbastanza impressione che Ruggiano, reduce dal clamoroso insuccesso della propria candidatura alle elezioni regionali (sesto nelle preferenze e con un risultato pessimo nella propria città e in tutta la Media Valle del Tevere), se la prenda con chi è risultato essere primo degli eletti tra tutte le liste presenti nella competizione elettorale e che ha guidato una forza politica che ha quasi toccato, comunque, il 10%. Forse Ruggiano non si è reso conto che ad essere stata bocciata dagli elettori umbri è stata proprio la linea politica di perfetto continuismo con la Giunta Tesei da lui perfettamente incarnata, visto che anche poche sere fa in televisione si è prodigato in una difesa ad oltranza, addirittura, di chi ha guidato in questi anni la sanità umbra, cioè l’Assessore veneto Luca Coletto.
Siamo davanti, dunque, ad un’esperienza amministrativa e politica giunta, ormai, ai titoli di coda, che si trascinerà stancamente fino al 2027 accompagnando ed aggravando il declino della nostra città. Da qui l’urgenza di un’alternativa di governo solida, credibile e con una visione di ampio respiro. La nostra città non potrà certo risollevarsi in pochi anni e, soprattutto, con novelli imbonitori ed illusionisti sulla falsariga di chi, nel 2027, avrà amministrato la nostra città per quindici anni nell’ultimo ventennio.