Il 17 maggio 2025, nella sala del Consiglio, alle ore 16:30, il professor Attilio Bartoli Langeli dell’Università di Padova e di Perugia, il dottor Giancarlo Cassina dell’Orto Botanico di Padova e fra Mauro Botti, direttore della Biblioteca Porziuncola di Assisi, presenteranno il volume “L’erbario di fra Giuseppe da Spello” a cura della professoressa Romilda Saggini, stampato con il sostegno della Fondazione Perugia.
Verrà inoltre inaugurata una mostra tematica che rimarrà aperta fino a domenica 25 maggio con orario 17-19.”L’obiettivo della mostra e dello studio dell’erbario di Montesanto – spiega la professoressa Saggini – è valorizzare un bene storico non ancora esplorato nelle sue potenzialità e offrire a ricercatori, studiosi o semplici curiosi la possibilità di ampliare le proprie conoscenze, grazie alla ricchezza del patrimonio storico-scientifico e dei dati floristici in esso contenuti e studiati”.
Con questa iniziativa si offre l’opportunità al pubblico di poter ammirare un’opera che è rimasta celata nelle biblioteche per quasi trecento anni. Si tratta infatti di un reperto raro, frutto singolare del lavoro di un frate francescano infirmarius, cioè medico, che mise insieme 413 piante medicinali che venivano usate per le preparazioni mediche. Vi possono ancora osservare, ben conservati, fiori come mughetti, pratoline, ciclamini con le loro corolle e piante con frutti come le fragole. Presenti anche 38 piante esotiche.Lo studio dell’erbario ha portato alla scoperta da parte di Romilda Saggini di un autore finora sconosciuto, Giuseppe da Spello, al secolo Antonio Costantini, un frate che praticava la medicina. Di esso l’autrice ha rinvenuto quattro codici di materia medica, che lo rendono uno degli autori francescani più importanti nell’ambito della medicina. Costantini nacque il 16 febbraio 1714 a Spello, pronunciò i voti come frate laico il 7 giugno 1734. Partito dall’Umbria, soggiornò due anni, nel 1746-1747 a Padova, nel convento di San Carlo dei frati Minori e lì compose l’erbario, poi ritornò indietro, portando con sé l’erbario.
“Il valore dello studio degli erbari storici, della loro conservazione e divulgazione ai fini scientifici, anche ad un livello internazionale, è indubbio, tanto più visto il legame con Montesanto e quindi la città di Todi”, commenta l’assessore alla cultura Alessia Marta.
“L’erbario – spiega la professoressa Saggini – può essere definito come un libro, in uso dall’antichità classica fino agli ultimi decenni del sec. XV, che raccoglie descrizioni delle piante e delle loro virtù farmacologiche. Prima dell’impiego dei farmaci di sintesi, iniziato solo in tempi recenti, per curare le malattie si utilizzavano esclusivamente sostanze naturali, di origine vegetale, animale o minerale, che erano denominate medicamenti Semplici o per brevità solo Semplici, e dalla loro mescolanza si ottenevano i medicamenti Composti, è quindi ovvia l’importanza di distinguere e di riconoscere correttamente le varie piante, per garantire un loro sicuro impiego terapeutico. La scarsa conoscenza delle caratteristiche morfologiche delle piante medicinali poteva, infatti, portare all’uso della pianta sbagliata … e anche alla morte del paziente”.
L’antico codice, e quindi anche la relativa mostra, rivelano anche il gusto artistico di fra Giuseppe, che nel comporre le piante sui fogli segue in primo luogo il criterio del bello e forma veri e propri quadri.
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