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L'appuntamento è per il 28 e 29 giugno, ma domenica scorsa si è iniziato a parlare di storia locale con una conferenza su Golino di Niccolò
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L’appuntamento è fissato per sabato 28 e domenica 29 giugno. A fare da scenario il borgo marscianese di Spina. In programma la quarta edizione del Corteo storico e il Palio della Treggia.
Domenica scorsa, intanto, è stato presentato il programma dell’evento che porterà in scena nella cornice del castello la rievocazione di alcuni episodi della storia medievale locale. L’iniziativa è promossa dalle associazioni del paese insieme al Magnifico Rione di Porta Eburnea, nel cui contado rientrava in passato questa parte del territorio marscianese.
Nel corso della presentazione si è svolta anche una conferenza, tenuta dal giovane studioso di storia locale Arturo Maiorca, che ha ricostruito la vita di Golino di Niccolò, “un beccherino del quale non si hanno notizie certe sulla data di nascita”, anche se si può collocare nel periodo compreso tra il 1350 e il 1360, “in quanto Golino nel 1378 viene bandito da Perugia, di conseguenza a quest’altezza cronologica aveva raggiunto almeno la maggior età”.

Segnato come residente in Porta San Pietro, nella parrocchia di San Savino, e proprietario di una casa, “con il fratello Faustino possiedono due case a Spina, alle quali se ne aggiungerà un terza nel 1389 acquistata, nel 1389, da un altro fratello, Tommaso. Infine nel 1399, Golino, acquista dei terreni nelle pertinenze del castello di Spina”.
Nel 1378 viene esiliato, rientra in città qualche anno dopo e passa con i raspanti, svolgendo molti incarichi per il comune perugino: “nel 1399 è tra i magistrati che concordano la pace con il papa, e probabilmente è tra quelli che approvano gli accordi per la dedizione di Perugia a Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano. Lo ritroviamo nel 1404 quando la città stipula un accordo con Giannello Tomacelli, rettore del ducato di Spoleto, fratello di Bonifacio IX”.
Tramite i catasti si presume la data morte, “probabilmente nel 1421, e il passaggio di tutti i suoi beni al fratello Tommaso, data la mancanza di eredi”.

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