“Protagonista del Todi Festival deve essere la città”: Silvano Spada, da quando è tornato direttore artistico della kermesse fondata nel 1987, lo ripete in ogni occasione utile. E che non si tratti di una semplice dichiarazione di facciata sta emergendo da alcune scelte non artistiche.
La prima quella di disporre di una sede “pubblica”, non più legata quindi alla residenza privata in Via Ciuffelli, che per tanti anni ha assolto il ruolo di quartiere generale dei suoi Todi Festival.
In quello che Spada descrive come “non un ritorno ma un nuovo inizio”, altro leitmotiv del direttore, la sede dell’organizzazione è stata individuata dal 15 agosto al 10 settembre nell’ex sede del Monte dei Paschi, tornata nella piena disponibilità dell’Etab La Consolazione, storico ente pubblico della città.
A poche decine di metri, sempre affacciato direttamente sulla piazza, Spada occuperà, grazie alla sensibilità della nuova proprietà, il piano terra dell’ex Banca Popolare che verrà adibito a “Festival Place”, luogo di incontri e presentazioni.
Altri spazi prenotati sono la ex libreria sotto i Portici comunali, destinata a fungere da sede dell’ufficio stampa, gli stessi “Voltoni”, quale location per ascoltare musica nei dopo spettacoli della sera, e l’adiacente Sala Vetrata, che diventerà la Festival Point.
Le scelte di Spada, oltre a rispondere a requisiti strategici e logistici – ha spiegato lui stesso in diverse occasioni – puntano da una parte a trasmettere il messaggio che, diversamente dal passato, il Festival afferisce direttamente al Comune, con lui “solo” direttore artistico; e dall’altra a contribuire a vitalizzare la piazza, cuore del centro storico, riaprendo spazi temporaneamente chiusi.
Un messaggio quest’ultimo che Silvano Spada, ha fatto chiaramente intendere in alcune recenti interviste, vorrebbe venisse colto e fosse esteso anche ad altre zone della città e a quei locali privati chiusi e con le vetrine spente e, a volte, pure un po’ sporche.
Un invito dunque a utilizzare il Todi Festival per mostrare la città con il suo vestito migliore, utilizzando la manifestazione per un rilancio anche commercial-immobiliare, come già avvenne tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta.
Nessun ritorno al passato, per carità, ma un nuovo inizio anche da questo punto di vista con la città che, per il suo Festival, è chiamata a fare la sua parte.