Condividi su facebook
Condividi su twitter

La vicenda del mega impianto fotovoltaico a terra a Pantalla di Todi, di ben 4 Megawatt, si arricchisce di nuovi, preoccupanti, interrogativi, che evidenziano una gestione quanto meno opaca e un’occasione palesemente mancata per la comunità.

Siamo stati i primi a sollevare il velo su questa complessa questione, anche grazie al lavoro fatto dal Consigliere Claudio Serafini che già negli scorsi mesi aveva raccolto decine di firme per fermare il progetto.

Siamo stati noi, con l’appoggio di PD e Sinistra per Todi a promuovere ben due ordini del giorno davanti al Consiglio Comunale di Todi.

Nella prima occasione i promotori, in particolare il sottoscritto ed il Consigliere Serafini, siamo stati praticamente derisi ed accusati di fare “terrorismo”; rimarrà negli annali l’intervento di un consigliere di Pantalla, che ha dichiarato che tutta la vicenda era sostanzialmente una nostra invenzione!

Il secondo ordine del giorno, quando oramai le circostanze si andavano palesando nei termini da noi descritti, ha riscosso il voto unanime dell’intero Consiglio Comunale.
In teoria un segnale forte, un impegno corale dell’assise cittadina a fare chiarezza e a tutelare gli interessi della comunità.

Purtroppo, nonostante questo impegno unanime, alla votazione non hanno fatto seguito azioni concrete da parte della Giunta.
Quindi, mentre la comunità attendeva risposte e provvedimenti, l’iter amministrativo del progetto sembra procedere indisturbato, anzi, pare sia già stato completato.

Questo silenzio assordante e l’immobilismo dell’esecutivo comunale sollevano seri interrogativi sulla reale volontà di una certa parte politica, la maggioranza, di affrontare la questione.

A complicare ulteriormente il quadro si aggiunge la posizione dell’Ente Tuderte di Assistenza Beneficenza (ETAB) “La Consolazione”, proprietario dei terreni in questione. L’ETAB, pur reclamando la legittimità del proprio operato in merito alla vendita del terreno, non ha fornito alcuna spiegazione convincente sul perché, per la prima volta, la vasta superficie sia stata alienata in un unico lotto.

Questa decisione, in netto contrasto con le prassi passate, ha di fatto spianato la strada alla realizzazione di un impianto di dimensioni così impattanti.

Inoltre, l’ETAB non ha chiarito se e quali interlocuzioni abbia avuto con la società aggiudicatrice (ed unica partecipante alla gara). Questa mancanza di trasparenza alimenta il sospetto di un’operazione condotta senza la dovuta attenzione alle ricadute sul territorio e sulla comunità, privilegiando, di fatto, gli interessi di un singolo operatore a discapito del bene comune.

Nella sostanza si è fatta “cassa” sulla pelle degli abitanti di Pantalla. Oggi quindi abbiamo un iter amministrativo che pare essere concluso, senza che alcuno, apparentemente, abbia verificato ciò che è accaduto.

Dal punto di vista amministrativo i fronti cruciali sono due:

1. Natura dell’area e vincoli paesaggistici: permangono forti perplessità sulla natura di “area idonea” del sito prescelto. La presenza accertata di un bene culturale soggetto a vincolo della Sovrintendenza mettono seriamente in discussione la conformità del progetto alle normative vigenti.

2. Legittimità della pratica amministrativa: ancora più allarmante è la notizia che la pratica amministrativa per un impianto di tale entità sia stata depositata con una semplice CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata), ossia una procedura sulla cui legittimità, viste la natura dei luoghi e la presenza del vincolo, vi sono seri dubbi.

Il dato politico.
In questo scenario di incertezze e mancate risposte, emerge con forza l’occasione clamorosamente persa di promuovere un modello energetico realmente sostenibile e partecipativo. Invece di un progetto imposto dall’alto, si sarebbe potuto e dovuto esplorare la possibilità di creare una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) a Pantalla.

Un’iniziativa che avrebbe garantito alla frazione non solo una riduzione dei costi energetici, ma anche la partecipazione attiva dei cittadini e la valorizzazione del territorio, in linea con i principi della transizione ecologica.

Per quanto ci riguarda continueremo la nostra azione per chiedere chiarezza, trasparenza e il rispetto degli impegni assunti.
È fondamentale che le istituzioni e gli enti preposti rispondano ai dubbi sollevati e agiscano nell’interesse della comunità, anziché piegarsi a logiche speculative che ignorano il benessere del territorio e dei suoi abitanti.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter