Da alcuni mesi la popolazione residente del comune di Monte Castello di Vibio è scesa sotto le 1.400 unità, ovvero, a 1.393 persone alla data del 31 marzo 2025 (dato ISTAT).
Si dirà che essere scesi sotto a quota 1.400, in fondo, è solo una soglia psicologica e non aggiunge nulla ad un trend che dura da diversi decenni.
Purtroppo, però, questo declino, da circa 10 anni, si è impennato paurosamente: si è passati, infatti, da 1.609 residenti del 2014 agli attuali 1.393, con una perdita di ben 216 unità in un decennio.
Questo spopolamento non è dovuto solo alla scarsità delle nascite ma, purtroppo, anche ad un saldo migratorio negativo cioè a famiglie o singole persone che, per scelta e necessità, se ne vanno in altri comuni o all’estero.
Perfino fra gli stranieri si registra ormai un trend maggiore in uscita dal nostro comune verso altri lidi: segno evidente della crisi generale che attraversiamo.
Come consiglieri comunali di opposizione non riusciamo a comprendere il motivo per cui questa evidente problematica non venga tenuta nella dovuta considerazione e non se ne parli apertamente ma, soprattutto, il motivo per cui non vengono attuate realmente delle politiche di contrasto che non siano solo di mera facciata o addirittura effimere.
Perfino le notevoli risorse economiche ottenute negli ultimi anni tramite i fondi comunitari (fra cui il PNRR) sono state spese in opere discutibili o che non produrranno i vantaggi sperati per la cittadinanza. Ci sono ancora vaste aree del territorio non raggiunte dalla connessione e perfino le più semplici manutenzioni delle aree pubbliche lasciano a desiderare. Anche la gestione del teatro della Concordia, al di là di qualche proclama dal sapore autoreferenziale su qualche organo di stampa o sui social, ci sembra improntata ad uno “splendido isolamento” e con un’offerta culturale al di sotto delle aspettative.
Non ci si rende conto che, in questo contesto, con un indice di vecchiaia a 371 (cioè con un rapporto di 371 ultra sessantacinquenni a fronte di 100 giovani fra gli 0 e i 14 anni) fra pochi anni non ci saranno più braccia sufficienti per lavorare, per accudire i tanti anziani, per produrre, per tenere in vita le poche attività commerciali rimaste, le scuole, le associazioni ancora attive, ecc.
La realtà delle cose ormai colloca il comune di Monte Castello di Vibio nella stessa situazione dei piccoli comuni della cosiddetta “fascia appenninica” e perfino un gradino al disotto dei comuni della Valnerina.
Nelle occasioni in cui, come rappresentanti della minoranza consiliare, abbiamo cercato di aprire un dibattito su questi temi abbiamo ricevuto l’impressione che la maggioranza non è disposta a parlarne evitando con cura il confronto come se il problema del declino demografico e sociale non esistesse o non ci riguardasse.
Eppure qualcosa si potrebbe fare per invertire questo inesorabile destino. Per esempio aprirsi al territorio alla ricerca di collaborazioni nella gestione di alcuni servizi fondamentali con i comuni vicini come Fratta Todina, Todi o San Venanzo; collaborare e unire le associazioni più attive mettendo loro a disposizione sedi e spazi pubblici; migliorare il livello delle manutenzioni ordinarie e la cura delle aree pubbliche; attrarre finanziamenti per opere pubbliche che siano realmente utili in modo che possano dare benefici anche nel medio e lungo termine.
In conclusione servirebbe una maggiore presa di coscienza, una partecipazione pubblica intorno alle principali decisioni, più consapevolezza e soprattutto un salto di qualità nelle scelte che per ora è ci appare come una chimera.
- Gruppo consiliare “Uniti per cambiare”
- 28 Giugno 2025
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