La recente nota di Todi Tricolore, in risposta alle mie “pacate” osservazioni sul Comitato delle Frazioni e del Territorio, merita senza dubbio un plauso per la sua ineccepibile… evasività. Un vero e proprio esercizio di stile, dove la forma prevale trionfalmente sulla sostanza, lasciandoci il dubbio se il merito delle questioni sia stato semplicemente dimenticato o abilmente aggirato.
Mi rallegro di apprendere che la mia critica sia stata etichettata come “polemica sterile”. È confortante sapere che ogni tentativo di analisi e proposta costruttiva venga elegantemente riqualificato come mera “abitudine a dire male”. Evidentemente, il concetto di “contributo concreto” si restringe a un’accondiscendenza priva di domande scomode.
Le (non) risposte alle mie (fin troppo chiare) domande:
• Il fantasma dell’elezione diretta: ho avuto l’ardire di chiedere come mai un “organo di rappresentanza” non preveda l’elezione diretta dei suoi membri da parte delle frazioni, ma l’autocandidatura e la scelta dei componenti da parte del Consiglio Comunale e per di più a maggioranza semplice (sic!). La risposta di Todi Tricolore? Il silenzio, interrotto solo dall’affermazione che il Comitato è uno “strumento operativo”. Evidentemente, la democrazia partecipativa, in questo contesto, è un optional non indispensabile.
• Le soluzioni ignorate con eleganza: Nella seconda parte del mio intervento, mi ero permesso di proporre soluzioni “minime” per rendere il Comitato davvero efficace e trasparente: dall’elezione diretta, una maggiore autonomia finanziaria, fino alla pubblicità degli incontri. Ebbene, Todi Tricolore ha scelto la via più elegante: ignorarle del tutto. Forse, il vero spirito di “collaborazione” non prevede l’accettazione di suggerimenti esterni.
• Il ruolo del Consigliere Nulli: un capitolo chiuso dalla dimenticanza: Le mie domande specifiche riguardo al ruolo del Consigliere Nulli nella gestione delle manutenzioni e la “fabbrica del consenso” che il consigliere Nulli cerca di tessere con il Comitato delle Frazioni, sono state risolte con un’impressionante amnesia selettiva. Todi Tricolore si limita a vaghi rimpianti per una “politica” passata, forse più docile. Sembra che certe questioni, per loro natura, debbano semplicemente evaporare nel nulla.
• L’Unanimità del 2020: un dogma Immutabile: L’approvazione quasi unanime di un regolamento nel 2020 viene presentata come prova inconfutabile della sua perfezione eterna. Mi permetto di far notare che la storia politica e il buonsenso ci insegnano che persino le decisioni prese all’unanimità possono essere sbagliate e possono beneficiare di una revisione, specialmente quando cambiano i tempi e i consiglieri, come il sottoscritto che “all’epoca non c’era e non lo avrebbe votato”. Ma forse, l’idea di un’opposizione che non sia meramente “accondiscendente” è troppo rivoluzionaria.
In definitiva, la replica di Todi Tricolore è un monito: la “buona politica”, quella che “costruisce” e “non ha paura della partecipazione”, è anche quella che sa quando è più conveniente non rispondere alle domande. Continueremo a chiederci a chi giovi un Comitato che, al netto delle roboanti dichiarazioni, sembra temere la vera voce delle frazioni, preferendole un’eco convenientemente selezionata.