Abbiamo letto con un certo stupore il comunicato firmato “PD di Todi” del 2 luglio, interamente dedicato a commentare un post Facebook pubblicato dal nostro coordinatore comunale, Giovanna Fortunati.
Un’intera nota stampa per attaccare un semplice post sui social: è curioso quanto si scomodino per difendere una narrazione che ormai regge solo su qualche riga nostalgica.
Il problema è che, al di là della forma, il contenuto continua a essere infarcito di inesattezze e affermazioni fuorvianti. La campagna elettorale per le regionali è finita, e quella per le comunali deve ancora iniziare. Oggi servirebbe più onestà intellettuale e meno propaganda. Perché una cosa è certa: continuare a raccontare bugie non renderà il passato meno imbarazzante.
Nel 2019, la Giunta regionale di centrodestra ha ereditato una situazione gravemente compromessa.
La Ferrovia Centrale Umbra era quasi interamente chiusa e inagibile.
L’unico tratto ancora operativo era tra Ponte San Giovanni e Città di Castello, servito da vecchi treni a gasolio, inquinanti e inadeguati per un servizio moderno ed efficiente.
Il sistema dei trasporti regionali era in profondo dissesto.
La società Umbria Mobilità, frutto delle fusioni volute dal centrosinistra, era appesantita da oltre 50 milioni di euro di debiti.
Si è dovuto trattare con dieci banche per evitare il fallimento e salvare i posti di lavoro, attivando un piano di rientro ancora oggi in corso.
Oltre a questo, la Regione ha dovuto farsi carico di:
- 23 milioni di debiti con Busitalia,
- 8 milioni legati a decreti ingiuntivi,
- 6 milioni di penali risalenti addirittura al 2016.
Nel frattempo, i fondi per gli investimenti – sbandierati come grandi conquiste – erano in realtà bloccati: ben 40 milioni di euro che non potevano essere utilizzati, perché da quindici anni mancavano le rendicontazioni necessarie.
Per renderli effettivamente utilizzabili è stato necessario ricostruire interamente la documentazione amministrativa. Un lavoro lungo, tecnico e invisibile, ma fondamentale.
Una volta riorganizzata la macchina, la Regione ha avviato un’interlocuzione seria con il Ministero, ottenendo finanziamenti concreti e strategici:
prima 163 milioni, poi 100 milioni, infine 55 milioni di euro, per riaprire la linea ferroviaria fino a Sansepolcro.
I risultati, oggi, sono sotto gli occhi di tutti.
Si sono riaperti cantieri che erano fermi da anni.
Sono stati rigenerati 4 treni Minuetto, vandalizzati e abbandonati.
È stata ripristinata l’intera linea elettrica, per oltre 153 chilometri.
Le stazioni , molte delle quali in stato di degrado assoluto, sono state riqualificate, anche grazie ai 15 milioni di euro ottenuti con il bando PINQuA.
Anche Todi ne beneficerà, grazie al recupero di due immobili adiacenti alla stazione.
E ancora: la velocità massima della linea, oggi ferma a 50 km/h (e spesso nemmeno raggiunti), salirà finalmente a 95 km/h effettivi.
Un salto di qualità che restituirà all’Umbria, e anche a Todi, un’infrastruttura ferroviaria moderna ed efficiente.
Si era previsto anche un importante anello ferrobici, pensato per collegare treno e mobilità dolce, con un progetto di grande valore turistico e ambientale.
Ma purtroppo, la Giunta regionale guidata da Proietti ha deciso di definanziare il progetto, cancellando 4,3 milioni di euro già destinati a quella visione.
Una scelta davvero miope, in un momento in cui ovunque si investe in sostenibilità e turismo lento.
Nel frattempo, per affrontare l’isolamento di Todi, è nato Todi Link: un servizio concreto, che ogni giorno collega la nostra città alle principali stazioni ferroviarie dell’Umbria e all’aeroporto.
Non è una promessa, è un fatto. Una risposta reale all’isolamento in cui la sinistra aveva lasciato Todi per anni.
Per questo respingiamo con fermezza i tentativi del PD di prendersi meriti che non gli appartengono, e soprattutto respingiamo le lezioni di chi, negli anni in cui ha governato, ha lasciato solo problemi irrisolti.
È vero: la cessione a RFI fu formalmente firmata nel 2017, ma non fu frutto di un progetto lungimirante, bensì una scelta obbligata, unica strada percorribile arrivata quando la linea era già moribonda.
Il vero cambio di passo è arrivato con chi ha avuto il coraggio di rimettere in moto tutto, partendo da zero e affrontando ogni nodo: tecnico, contabile, politico.
Chi ha governato l’Umbria per decenni ha avuto tutto il tempo per costruire, ma ha scelto, e continua a scegliere, l’immobilismo.








