Negli ultimi giorni si stanno diffondendo voci preoccupanti su una possibile riorganizzazione e ridimensionamento del servizio 118 nella Media Valle del Tevere. Si parla della sostituzione delle ambulanze con personale medico e infermieristico con mezzi affidati esclusivamente a volontari. Non ci sono ancora né conferme né smentite ufficiali, ma intanto il silenzio alimenta incertezza e legittime preoccupazioni tra chi vive e lavora nel territorio.
Come gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, con i nostri consiglieri Daniele Baiocco, Giovanna Fortunati, Luca Perugini e Giorgio Tenneroni, abbiamo deciso di intervenire con un ordine del giorno. Lo abbiamo fatto perché non è accettabile che un servizio fondamentale come il “soccorso sanitario” possa essere messo in discussione senza un confronto serio con i territori interessati. Se davvero esiste un piano in questa direzione la Regione ha il dovere di chiarirlo subito, pubblicamente, spiegando cosa intende fare, con quali mezzi, con quale personale e con quali garanzie.
Il servizio di emergenza non è un lusso, ma un diritto. E riguarda tutti. Anche chi vive nei comuni più piccoli, anche chi non abita nei grandi centri. Il Distretto sanitario della Media Valle del Tevere, Todi, Collazzone, Deruta, Fratta Todina, Marsciano, Massa Martana, Monte Castello di Vibio, San Venanzo è un’area ampia e complessa, fatta di piccole frazioni e strade difficili. Servono risposte adeguate, non scorciatoie.
Ad oggi il territorio è coperto da postazioni con personale sanitario qualificato. Togliere quella presenza significa abbassare il livello di sicurezza. Significa mettere a rischio la vita delle persone nei momenti più delicati, quelli in cui il tempo e la preparazione possono fare la differenza.
E mentre si parla di riorganizzazioni, ricordiamo che la Regione ha appena aumentato l’IRPEF. Sono stati chiesti sacrifici importanti a famiglie e lavoratori, e oggi ci sono circa 184 milioni di euro in più nelle casse regionali. Con queste risorse non solo non si dovrebbe tagliare nulla, ma si dovrebbero rafforzare i servizi, soprattutto quelli essenziali.
Noi non facciamo allarmismo e non ci interessa lo “sciacallaggio politico”, ma chiediamo trasparenza e responsabilità. La salute non può essere oggetto di decisioni prese nel chiuso di qualche ufficio. I cittadini hanno il diritto di sapere. Hanno diritto a un servizio di emergenza serio, sicuro e funzionante, ovunque abitino.








