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La recente trasferta in Cina del Presidente del Consiglio Comunale di Todi, Giorgio Tenneroni, solleva più dubbi che certezze. Da quanto si apprende, avrebbe partecipato a una missione istituzionale a Shanghai, con incontri e passerelle promosse dalla Camera di Commercio Italo-Cinese. Il tutto accompagnato da toni più da auto-promozione elettorale che da reale rappresentanza istituzionale.

È strano vedere un Presidente del Consiglio Comunale, garante della neutralità democratica, trasformarsi in ambasciatore del sistema economico di Todi in Estremo Oriente senza che si sappia se ci sia stato un mandato ufficiale. Non è la prima volta che Tenneroni si improvvisa esploratore internazionale: ricordiamo la “missione” alla Sorbona, annunciata con grandi fanfare e poi finita nel nulla, tra foto e comunicati trionfali.

Chi ha pagato questo viaggio? Lo si scopre solo dai post di Tenneroni su Facebook, dove – come spesso accade con esponenti del centrodestra – la narrazione è molto più fluida e spigliata che nella realtà. Si parla della Camera di Commercio cinese, ma non di cifre, autorizzazioni o benefici per Todi. È davvero questo il modo corretto di rappresentare la città?

Ora si parla di “relazioni tra Todi e la Cina”, come se la città fosse gemellata con un intero continente. Dopo un solo viaggio e senza alcun risultato concreto, pare più una vacanza in business class che una strategia economica. Nessun accordo firmato, nessuna azienda locale coinvolta e nessun criterio chiaro per le scelte. Solo foto ben studiate e una campagna social molto ben orchestrata.

Intanto, la grancassa mediatica di Fratelli d’Italia Todi rilancia l’enfant prodige, tra promozione personale e una gara interna a chi conquista più visibilità e consensi, dimenticano il vero obiettivo: lavorare per la città.

È bene ricordare che il Presidente del Consiglio non ha funzione di rappresentanza esterna dell’Amministrazione comunale, se non su delega del Sindaco o con atto formale del Consiglio.

Per questo, riteniamo opportuno riportare alcune domande semplici ma doverose giunte dai cittadini:

1. A che titolo si è recato a Shanghai? L’invito era rivolto al Comune o solo a lui?

2. Ha ricevuto una delega o un incarico ufficiale?

3. Esiste una documentazione protocollata?

4. Chi ha pagato la trasferta? Sono stati usati fondi pubblici?

5. Quali aziende di Todi sono coinvolte? E se nessuna, perché parlare di rilancio economico locale?

6. E se l’iniziativa pone le basi per un gemellaggio economico Italia-Cina, come verranno coinvolte le aziende di Todi? Con quale percorso? Con una telefonata a Tenneroni?

Todi non è una passerella personale né uno sfondo per iniziative velleitarie. Merita istituzioni serie, ruoli rispettati e, soprattutto, chiarezza. Perché mentre qualcuno vola in business class, chi resta a terra ha il diritto di sapere chi guida la città e in che direzione.

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