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Non è facile per chi come me è invitato a farlo, parlare di Sante nel momento del saluto finale del rito religioso.
Non è facile aggiungere parole per lui, che tutti conoscevano qui in paese ma anche nel nostro comune e nella nostra regione, perchè originale e importante è stato il messaggio culturale popolare ma soprattutto cristianamente umano che lui ha voluto lanciare tra la gente e per la gente.
La gente, spesso mi diceva Sante, ha bisogno di sentire vicinanza e lui attraverso la sua  penetrante comunicazione piena di valori, con un linguaggio scanzonato, semplice ma comprensibile a tutti, sapeva farsi riconoscere da chi lo avvicinava o dalle platee cui si rivolgeva.

Lo avevo conosciuto quando lui, poco più che ventenne ed io ancora adolescente, solo cinque sono gli anni di età che mi separano da lui, mi fu presentato da mio padre come il più giovane consigliere comunale di Todi e per di più del gruppo democristiano. Per me, che come lui, provenivo dalle esperienze associative del mondo cattolico tuderte, divenne un mentore ed alcuni miei percorsi e scelte imitarono pedissequamente le sue, sia in politica che nelle Acli.

Sante è stato un baluardo del nostro mondo Aclista e riconoscibile nei suoi tanti ruoli dirigenziali a livello locale, provinciale, regionale e nazionale. Anche nelle Acli Sante ha saputo farsi riconoscere per il suo modo di approccio con l’altro, di cui non riconosceva il grado dirigenziale o sociale. Sante si poneva su un unico piano di disponibilità umana e di simpatia, che metteva in agio di piena corrispondenza o il singolo o le platee cui si rivolgeva, nei circoli o negli organi istituzionali delle Acli.

Fu lui che volle che qui a Collevalenza fosse fondato il circolo Enars Acli International Club. Fu lui che strinse forti rapporti con le istituzioni religiose e civili del suo territorio e non solo. Perchè, quando le Acli nazionali gli riconobbero il ruolo di D.O (dirigente organizzativo), Sante Filippetti ha saputo pizzicare le corde di tutti i presidenti dei circoli acli dell’Umbria, per dare senso sociale aggregativo, funzionale alle comunità in cui insistevano.

Ogni iniziativa, Sante diceva se valida, è capace a far riconoscere chi ne è attratto e a farci conoscere come movimento pololare. Egli è riuscito in prima persona ad imprimere forza di inerzia agli altri perchè immagazzinassero il suo entusiasmo, perchè le Acli potessero svolgere appieno la loro importante funzione.
Nel programmare iniziative e convegni su temi importanti, argomentava che erano funzionali le conviviali, come momento finale di essenziale riflessione e scambio di idee. In quelle cene che spesso contenevano più di cinquanta partecipanti è impossibile non ricordare i momenti di intrattenimento di Sante che con il suo microfono sapeva magicamente intrattenere con attenzione, sapeva far riflettere e far ridere con le sue immancabili battute.

I suoi paesani e tutti gli aclisti che invitava da Roma e da altre regioni non possono non ricordare iniziative che Sante organizzava qui a Collevalenza da Massimo alla fine di importanti dibattiti ;Le Palombiadi e la Sagra dell’Animella La Fiera di S.Isidoro.
Non voglio dare del mio caro amico un’ immagine godereccia, ma un immagine profondamente cristiana di chi, attraverso tanti comprensibili modi e scelte di campo, nelle strutture interne al nostro movimento e tra la gente comune, ha saputo con sapienza e discernimento trasmettere il messaggio evangelico. Sante, buon ritorno alla casa del Padre.

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