Massa Martana celebra gli eroi del Risorgimento italiano con due targhe commemorative poste entrambe in piazza Umberto I, significativamente dirimpetto la Chiesa parrocchiale: una a ricordo di Giuseppe Garibaldi, l’altra in onore della sua compagna Anita.
Della prima poco si conosce: realizzata con pietra proveniente dalla cave di S. Terenziano dallo scultore perugino G. Frenguelli (lo stesso del monumento al nizzardo di Todi), reca nell’epigrafe la data del 2 giugno 1885 e perciò probabilmente fu apposta in occasione del terzo anniversario della morte dell’eroe.
Maggiori notizie invece riguardano la targa ad Anita, grazie al corposo fascicolo conservato presso l’archivio storico di Massa Martana, sotto la voce “Atti del Comitato per le onoranze a G. Garibaldi nel primo Centenario della sua nascita” (Amm., anno 1907, b. 47 o,); come già inteso, l’opera venne inaugurata in occasione del suddetto anniversario: la festa inizialmente prevista per domenica 7 luglio, dato che il 4 era giorno feriale (Garibaldi nacque il 4 luglio 1807), subì un’ulteriore proroga al 28 luglio, giornata nella quale i lavori di campagna prevedevano una sosta e pertanto più adatta per la popolazione massetana.
Per nulla semplice fu la preparazione del centenario: l’iniziativa fu intrapresa da alcuni massetani capeggiati dall’ex garibaldino Vespasiano Morandi i quali, unitesi in Comitato nel febbraio 1907, decretarono per la suddetta festa l’erezione di una lapide commemorativa del passaggio dell’eroe avvenuto nel 1849, quando in fuga da Roma il nizzardo transitò per i territori massetani anche se forse non giunse mai nel capoluogo, sostando nella località limitrofa di S. Antonio.
Tuttavia, constatato che un ricordo garibaldino fu affisso già nel 1885, i membri del Comitato abbandonarono il progetto, ma non il socio Perilli che avanzò l’idea di celebrare con un medaglione la figura di Anita, idea accettata all’unanimità.
L’opera fu commissionata ad Enrico Quattrini, scultore tuderte in quel tempo residente a Roma, artista di ottima elevatura anche se oggi trascurato ingiustamente dagli studi. A dispetto di una piccola diatriba iniziale, l’artista prestò gratuitamente il proprio lavoro ottenendo solo il rimborso spese (pari a 176 lire) mentre per la realizzazione dell’epigrafe e del resto della decorazione fu assunto lo scalpellino G. Mammoli al quale andarono 250 lire.
Come consuetudine, sentita e concreta fu la partecipazione della cittadinanza con 132 lire raccolte, mentre Comune e Comitato contribuirono rispettivamente con 100 e 120 lire; decisivo pure l’apporto di un Comitato d’Onore formato da nativi di Massa residenti in altre città fra i quali si distinse all’allora sottosegretario della Pubblica Istruzione Augusto Ciuffelli.
Fu lo stesso Ciuffelli a pronunciare l’orazione ufficiale il giorno d’inaugurazione dell’opera; a questa seguirono i discorsi di Alcini, di Orsini, del garibaldino R. Antonini e di O. Giulivi.
Il palazzo in cui fu affissa la targa, lo stesso nel quale nel 1885 fu posta quella di Garibaldi e nel quale oggi vi appare pure il ricordo ai Caduti delle due guerre mondiali, fu adorno con corone floreali e bandiere tricolori; oltre a queste, alle finestre vennero appesi vari stendardi del Comune di Todi, evento apparentemente insolito ma spiegabile con il fatto che fu il Comitato massetano, per non aumentare i costi della festa comprandone dei nuovi, ad averli richiesti in prestito al Municipio tuderte, il quale non negò né la sua presenza e né i suoi vessilli.
Dopo il banchetto popolare e dopo il concerto della banda cittadina diretta dal maestro Baglioni, la giornata terminò la sera con lo spettacolo della filodrammatica locale.
Interessante notare come Quattrini non raffigurò Anita nelle sembianze di una temeraria eroina come era nel mito collettivo che gli italiani avevano di lei e come infatti appare nel monumento romano a lei dedicato nel 1932, bensì mettendone in risalto la femminilità e la bellezza fisica, espressa non soltanto dal volto ma anche dall’accurata acconciatura, dall’orecchino e dalla collana.
O forse la tipologia del ritratto è riconducibile all’unica fotografia reperita da Quattrini riguardante la consorte di Garibaldi, come fuoriesce dal carteggio epistolare fra il presidente del Comitato V. Morandi e lo stesso artista, il quale più volte si lamenta della difficoltà riscontrata nel reperire immagini di Anita.
Il medaglione di Massa Martana, sebbene realizzato in occasione di una ricorrenza concernente il nizzardo, è l’unico monumento in Umbria in onore della sola Anita; l’altro, la lapide marmorea di piazza XX Settembre a Foligno, realizzata nel 1907 da O. Ottaviani, affianca all’effige dell’eroina quella di Adelaide Cairoli.