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Drastico calo dei favorevoli ad un anno di distanza; ancor più significativo il dato di chi crede che il nucleare abbia un futuro tra 20 anni: solo l'8%
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In un anno quello che veniva sbandierata come l’accettazione italiana del nucleare è sfumata.
Secondo una ricerca IPSOS solo il 43% dice, adesso, sì all’atomo (era il 51% un anno fa).
Le elaborazioni IPSOS, aggiornate specificamente in occasione del Festival dell’Energia con un’indagine campione su tutto il territorio nazionale – condotta mediante interviste telefoniche – presenta interessanti scostamenti rispetto alle stesse rilevazioni condotte nel giugno del 2008.
L’istituto di ricerca ha posto al campione anche un’altra domanda che riprende il tema dominante del Festival dell’Energia: “Quale energia tra 20 anni?”
La domanda, proposta richiedendo una previsione rispetto a quali Paesi potrebbero avere maggior “successo” rispetto alle proprie scelte energetiche, metteva gli intervistati nelle condizioni di considerare la politica energetica futura dei singoli Stati.
A tale quesito, certamente impegnativo, solo l’8% ha risposto che “avranno successo” i Paesi che hanno investito sul nucleare (contro il 25% della precedente indagine del 2008). Il campione ritiene invece che i Paesi che investiranno sulle fonti rinnovabili potranno meglio contemperare sviluppo e protezione dell’ambiente, e quindi “avranno successo”.

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