6 giorni di campeggio, 70 ragazzi, 3 famiglie di accompagnatori, diversi animatori e un senso di unità e una “vicinanza” che, a maggior ragione dopo quasi due anni di distanziamento, rappresentano oggi linfa vitale per ridare senso alla parola comunità. Questo è stato il campeggio “Fai centro”, organizzato dalla Diocesi di Orvieto-Todi, guidato dai sacerdoti don Luca Castrica, don Marcello Cruciani e don Francesco Valentini, che si è svolto a fine luglio presso Fai della Paganella, a nord di Trento.
La partenza è avvenuta con un giorno di ritardo a causa di un falso allarme Covid. Quello che don Marcello definisce “un autentico miracolo” è stata la possibilità di partire per un’esperienza unica. Le sei giornate sono state dense di momenti di riflessione ma anche di svago. Ogni mattina, dopo la colazione, c’era un animatore che introduceva un tema portando esperienze personali e lasciando ai ragazzi delle domande sulle quali discutere, divisi in gruppi, con altri animatori che gestivano il confronto. Da questi dibattiti ognuno ha tirato fuori una parte di sé, non solo davanti ai propri amici, ma anche con persone sconosciute, andando a consolidare un legame forte tra tutti i partecipanti.
Ad animare i pomeriggi ci hanno pensato gli instancabili animatori che, con passione, hanno creato occasioni di divertimento che anticipavano le serate “a tema”, caratterizzate ogni giorno da qualcosa di diverso da fare, passando dal canto al ballo ai tanti momenti esilaranti che resteranno scolpiti nelle menti e nei cuori dei ragazzi e delle ragazze presenti. Alla montagna, ai giochi, ai momenti di riflessione si è unita la preghiera, con la recita di lodi e vespri.
“Una giornata speciale – racconta una delle ragazze presenti – è stata quella di giovedì, quando abbiamo raggiunto a piedi la Cima di Fai della Paganella, con attimi di fatica uniti a momenti di grande unione e un panorama mozzafiato a più di 2000 metri d’altezza”. Il senso di comunità non si è concluso con il rientro in città: a Todi si sta già organizzando una settimana di grest e uno spettacolo teatrale, affinché i legami creati non si possano allentare.











