“L’estate è già altrove” è il titolo dello spettacolo interpretato da Nino Castelnuovo e Cristina Di Nicola che concluderà la Stagione di Prosa 2009/2010 al teatro Comunale di Todi domenica 18 aprile alle ore 21.15.
La regia dello spettacolo è stata curata da Francesco Puccio e sul palcoscenico i due attori saranno coadiuvati dai ballerini, Roberto La Gatta che ha curato anche le coreografie e Giuliana Maglia.
“L’estate è già altrove” è uno spettacolo di prosa dolce, intenso e sentimentale ed è con le parole del regista Francesco Puccio che vogliamo descrivere l’ideazione di questo lavoro teatrale: “…esiste uno spazio, che mi piace immaginare bianco, in cui il razionale incontra l’irrazionale, traccia le stesse orme, attraversa lo stesso essere nel tempo. È il luogo in cui la storia smette di essere concatenazione di accadimenti contingenti e diviene terra di confine, area di frontiera tra reale e ideale. Qui, in questa zona inesplorata e misteriosa, si incunea il sogno, il sussurro che l’uomo rivolge ad un oltre che non vede e non tocca e che vorrebbe stringere con i suoi racconti in un tiro di fiato. Il sogno salda l’uomo al passato, lo incatena alla roccia del tempo, eppure lo spinge in avanti, lo proietta verso l’oltre, al di là della realtà materiale e tangibile, liberandolo, anche solo per un frammento di tempo, dal suo dover essere. L’estate è già altrove è la storia di un sogno. Di un viaggio, visto e immaginato, tra le nebbie dei ricordi. Un uomo, ormai avanti negli anni, ogni notte rivive la medesima vicenda, rivede, attraverso l’opaca cortina del dormiveglia, la donna che ha amato e che è prematuramente scomparsa. E ogni volta che questo miracolo si compie, egli è convinto che la realtà sia quella che ha davanti, si lascia cullare dall’illusione, non si rassegna all’idea che a riempire i suoi giorni sia ormai solo un vuoto incolmabile. La drammaturgia mescola, in un racconto unitario, dialoghi originali a celebri poesie d’autore scelte dopo una lunga ed accurata selezione dalle origini della letteratura greca sino alle più significative produzioni contemporanee. Basata su una delicata alchimia tra la nostalgia di un passato lontano e il vagheggiamento di un futuro irrealizzabile, la trama si dipana così tra una poesia e l’altra celando allo spettatore, almeno sino alle ultime scene, la vera natura della donna. Uno spettacolo denso e al contempo lieve che si muove lungo la labile e profondissima linea che separa la vita vera dall’immaginazione, il sogno dalla coscienza e dalla percezione del reale”.
- redazione
- 14 Aprile 2010
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