A Tremonti, Berlusconi e tutta la maggioranza governativa ieri hanno sicuramente fischiato le orecchie.
Con un sit-in a Roma in Piazza Navona, gli operatori della sanità italiana: medici, veterinari, infermieri, tecnici e amministrativi hanno dato inizio alla protesta contro la manovra economica 2011-2012 che prevede anche due giorni di sciopero generale, lunedì 12 luglio e lunedì 19 luglio .
Tutte le sigle sindacali sono unanimi nel dire che è «un attacco alla categoria iniquo, grave e inaccettabile perchè ci colpisce su tutti i fronti, quello economico, quello organizzativo e quello professionale peggiorando le condizioni del nostro lavoro».
Secondo le attuali previsioni normative: il blocco del turn over e il dimezzamento dei precari rischierebbe di far diminuire il numeri dei medici di 20 mila unità in 4 anni.
Se la protesta dei lavoratori è un fatto scontato un po’ meno è il risentimento degli industriali dell’Assobiomedica.
Sicuramente questi fanno parte dei danneggiati indiretti della manovra che inevitabilmente si ripercuoterà sulla sanità, ma dopo gli elogi di Confindustria ai tagli ci si aspettava, un po’ più di cautela nei confronti del “Governo amico”.
Ed invece nella relazione del presidente Fracassi all’assemblea si va giù proprio duro :«Avevamo sentito il presidente del Consiglio affermare che non si sarebbe toccata la sanità. Non è stato così. Mi limito a osservare che tagli sono stati introdotti e che poi siano stabiliti per legge nazionale o siano costrette a farli le Regioni la musica non cambia».
Il presidente di Assobiomedica, si è detto poi «stupefatto per la reintroduzione del blocco delle azioni esecutive verso gli enti sanitari nelle Regioni sotto piano di rientro. La norma – ha detto – era rimasta in vita per soli due mesi, travolta dalle critiche e dagli evidenti profili di incostituzionalità. Adesso, come se niente fosse, la si ripropone» e così i crediti che i fornitori vantano verso il sistema sanitario andranno “ a babbo morto”.
Per finire una critica di fondo alla strategia governativa.
La manovra, ha affermato Fracassi, «certamente non sarà di sostegno all’attività economica e al rilancio della domanda interna».
Per il presidente di Assobiomedica «la persistente volontà di colpire la sanità è tanto più paradossale se si considera quanto dicono gli esperti economici», cioè che il settore sanitario è «un motore di sviluppo, particolarmente prezioso in momenti di crisi»
- Redazione
- 17 Giugno 2010
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