Mentre oggi l’Avis presenta una ricerca che promette di diventare una pietra miliare nella prevenzione dei tumori alla prostata ed alle ovaie, una rivoluzione terapeutica segna l’inizio del tramonto della chemioterapia per il tumore del polmone.
Un tumore che nella forma maligna ha visto in un anno più di 66mila italiani ricoverati, dei quali 999 in Umbria tra regime ordinario (795) e day hospital (204). I ricoveri hanno interessato soprattutto gli uomini (760) rispetto alle donne (239). La fascia d’età più interessata è stata quella degli over 65.
Il tumore del polmone rappresenta la prima causa di morte per neoplasia nei Paesi industrializzati. La sua incidenza è in costante e continuo aumento. In Italia il numero dei nuovi casi per anno si aggira intorno ai 35-40 mila.
L’incidenza aumenta con l’aumentare dell’età: alla diagnosi l’età media dei pazienti è 60 anni, oltre un terzo di nuovi casi è diagnosticato in soggetti di età superiore ai 70 anni.
Negli USA rappresenta la principale causa di morte nel sesso maschile ed ha ormai superato il cancro della mammella nel sesso femminile portandosi al primo posto nella mortalità.
I principali responsabili dell’incremento dell’incidenza dei tumori polmonari sono anche l’inquinamento atmosferico e l’esposizione ad agenti tossici di origine industriale ma, soprattutto il fumo di sigaretta il cui consumo è in aumento costante (25% della popolazione italiana).
La relazione tra neoplasia polmonare e fumo è ormai dimostrata da ampie casistiche ed è stato stimato che i forti fumatori (più di 40 sigarette al giorno) abbiano un rischio 60 volte superiore ai non fumatori di sviluppare la malattia. Lo stesso rischio diminuisce in rapporto al numero di anni dalla cessazione del fumo.
Mentre per annullare il rischio cardiovascolare legato al fumo sono necessari 3-4 anni, per portare il rischio oncologico quasi pari a quello di un non fumatore sono necessari 10-15 anni ed il rischio è azzerato se si smette di fumare prima dei 35 anni.
Nel nostro Paese in un anno si sono registrati 66.368 ricoveri ospedalieri per tumore maligno dei bronchi e dei polmoni e hanno interessato nella grande maggioranza dei casi gli uomini (51.645 contro 14.723 donne). La fascia d’età più colpita quella degli over 65 anni.
Sempre nell’ambito delle neoplasie, senza fare distinzioni sul tipo di tumore trattato, anche i ricoveri per chemioterapia rappresentano un aspetto imponente del Servizio Sanitario Nazionale. Infatti, in un anno si sono registrati 241.566 ricoveri, tra regime ordinario e day hospital, sia uomini che donne.
La nuova frontiera, già disponibile, è rappresentata da un farmaco biologico appena arrivato in Italia: basta una compressa al giorno, da prendere a casa, e il tumore, nella gran parte dei casi, regredisce.
Una rivoluzione, impensabile fino a poco tempo fa, messa a punto anche grazie alla Ricerca italiana coinvolta nelle principali sperimentazioni con 50 Centri su tutto il Territorio nazionale. Una buona notizia per i malati di tumore al polmone – sono tantissimi anche nel nostro Paese – ma anche una doccia fredda per i fumatori: per loro questa terapia non funziona.
Il farmaco (il nome chimico è gefinitib), infatti, è efficace sui malati di tumore al polmone ‘non a piccole cellule’ (sono la maggioranza, 80 su cento dei pazienti) che presentano una particolare mutazione del gene EGFR . Questa mutazione si trova quasi sempre solo in chi non ha fumato o in ex fumatori da lunga data e nelle donne.
Sembra quasi essere una ‘punizione’ per i fumatori.