Condividi su facebook
Condividi su twitter
Il tasso di criminalità degli appartenenti alle tre nazioni europee, con una cospicua rappresentanza anche in Umbria, è nella maggior parte dei casi inferiore a quello dei nati nel posto
torre-di-babele1

E’ inutile nasconderlo, la pur tollerante società umbra ha paura dei “diversi” e degli stranieri, gente quest’ultima che per un attaccamento, comprensibile e meritevole, alla propria cultura commette forse un “errore” quando in luoghi pubblici si esprime nella propria lingua.
Una lingua sconosciuta alla stragrande maggioranza degli umbri, un popolo sospettoso quando non capisce.
Ma molti dei sospetti e delle paure dovrebbero ora cadere almeno per due delle nazionalità straniere con maggiori presenze nella regione: l’albanese e la romena-moldava.
Il Presidente del Cnel, Antonio Marzano, già Ministro delle Attività Produttive nel secondo governo Berlusconi, ha sfatato coi numeri un mito negativo che voleva gli immigrati romeni in Italia come una comunità in buona parte dedita alla criminalità ed alla delinquenza.
I Romeni, unitamente ai loro “ cugini” moldavi risultano essere infatti, tra gli stranieri dimoranti nel nostro paese, quelli che meno spesso infrangono la legge penale in proporzione al numero di residenti allogeni in Italia.
 
I romeni-moldavi costituiscono una comunità che oggi conta più di un milione di residenti entro i nostri confini nazionali, più di quanto assommino quell’albanese e quella marocchina. Il tasso di criminalità della comunità di immigrati romeni in Italia è di sei punti e mezzo percentuali inferiore a quello presente tra gli italiani e che dunque subito dopo gli immigrati moldavi, i cittadini della nazione neo- comunitaria sono quelli che in Italia commettono, in proporzione alla loro consistenza numerica, meno reati.
Anche gli albanesi, una volta molto temuti, non si segnalano particolarmente per la loro pericolosità pur se rimangono tra gli europei quelli che più spesso infrangono il codice penale.

Particolarmente pericolosi invece gli appartenenti ad altre nazionalità extra- comunitarie come marocchini, tunisini, nigeriani, senegalesi e cinesi. Ma per questi non è l’appartenenza ad una nazionalità piuttosto che ad un’altra l’elemento di per sé sufficiente a sottolinearne la pericolosità, quanto piuttosto il fatto che moltissimi extracomunitari sono clandestini e la clandestinità, spessissimo, è il primo passo su di una strada che porta alla criminalità.

condividi su:

Condividi su facebook
Condividi su twitter