Famiglia Cristiana, il settimanale dei cattolici, rilancia l’analisi pessimistica della società italiana fatta dalla Conferenza Episcopale (Cei) e, a quel che sembra, la generalizza.
« Bastano tre cifre, invece, per dirci a che punto siamo arrivati.
Nel nostro Paese, in un anno, l’evasione fiscale sottrae all’erario 156 miliardi di euro, le mafie fatturano da 120 a 140 miliardi e la corruzione brucia altri 50 miliardi, se non di più».
È quanto si legge nell’editoriale che apre il numero 32 di Famiglia Cristiana, sottolineando che «il disastro etico è sotto gli occhi di tutti».
«Quel che stupisce è la rassegnazione generale – prosegue Famiglia Cristiana – la mancata indignazione della gente comune. Un sintomo da non trascurare. Vuol dire che il male non riguarda solo il ceto politico. Ha tracimato, colpendo l’intera società».
Prevale la ‘morale fai da te’: è bene solo quello che conviene a me, al mio gruppo, ai miei affiliati – continua – Il ‘bene comune’ è uscito di scena, espressione ormai desueta.
La stessa verità oggettiva è piegata a criteri di utilità, interessi e convenienza». «Una concezione padronale dello Stato ha ridotto ministri e politici in ‘servitori’, semplici esecutori dei voleri del capo» e «poco importa che il Paese vada allo sfascio: non si ammettono repliche al pensiero unico. E guai a chi osa sfidare il ‘dominus’ assoluto».
Così, nell’editoriale del numero in edicola, Famiglia Cristiana interviene sulla questione morale sottolineando che «lo sbandierato garantismo, soprattutto a favore dei potenti, è troppo spesso pretesa di impunità totale. Nonostante la gravità delle imputazioni».
«L’appello alla legittimazione del voto popolare non è lasciapassare all’illegalità», prosegue il settimanale dei paolini.
- Redazione
- 5 Agosto 2010
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