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"Nel campo di Agramante italiano si alzano polveroni, utili solo a fini propagandistici. Per soddisfare la voglia d’una contesa elettorale che sbaragli, per sempre, l’opposizione. Come in passato, urge anche oggi l’appello di don Sturzo “ai liberi e forti”. Prima che sia troppo tardi."
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Famiglia Cristina, il settimanale cattolico più letto in Italia, sembra abbia fatto una scelta di campo che non potrà non influenzare i prossimi passi della politica italiana.
 Significativo che questo ultimo intervento segua la linea di precedenti che evidentemente non “hanno suonato male” alle solitamente caute gerarchie della Cei che di fatto danno il nulla osta alla rivista dei Paolini.
La scelta di Famiglia Cristiana, in un articolo intitolato “ La politica degli stracci” è netta e non farà sicuramente piacere a molti a partire dalla maggioranza al Governo: nuova legge elettorale e “governo ponte” di unità nazionale.

Scrive, infatti, il settimanale: “Il Paese che si avvia a celebrare l’unità d’Italia è stufo di duelli, insulti e regolamenti di conti.
Una politica responsabile, che miri al bene comune, richiederebbe oggi, da tutti, un passo indietro, prima che il Paese vada a pezzi, e un’intesa di unità nazionale (e solidale) che restituisca ai cittadini il diritto di eleggersi i propri rappresentanti”.
Dossier, minacce e ricatti velenosi volano come stracci, in un’Italia ridotta alle pezze. Con politici lontani dai problemi delle famiglie, che stentano a vivere – prosegue Famiglia Cristiana – ogni giorno alle prese con povertà e disoccupazione, soprattutto giovanile. Settembre riserverà un brusco risveglio. La ripresa è debole, soggetta alla pesante concorrenza dei nuovi mercati dell’Estremo Oriente.
A scuola, anche quest’anno, la campanella suonerà a vuoto per decine di migliaia di docenti precari”.
Anche la questione morale è ormai arma di contesa. Dalla politica ‘ad personam’ siamo al ‘contra personam’. Ma la giusta esigenza di chiarezza vale per tutti. Sia per chi ha la pagliuzza che per chi ha la trave nell’occhio.
La clava mediatica (o il «metodo Boffo») contro chi mette a nudo il re è un terribile boomerang.
Disfattista non è chi avverte il pericolo e fa appello al senso etico, ma chi è allergico al rispetto di regole e istituzioni”, conclude la rivista.
 

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