Non è certo una bella prospettiva dover subire “la sindrome cinese”per altri cinque anni, ma, dice sempre la CGIA ”Il valore aggiunto delle imprese italiane e’ sceso ai livelli del 2001. Drammatica la situazione del settore manifatturiero: la ricchezza prodotta da questo comparto e’ precipitata su valori che avevamo nel 1989”.
Ma non per tutti sarà necessario un quinquennio. “Il commercio, i trasporti, il credito e i servizi dovrebbero recuperare il terreno perduto gia’ nel 2014. Preoccupante, invece, la situazione dell’industria manifatturiera che dovrebbe riallinearsi ai risultati del 2007, solo nel 2017: ben dieci anni dopo”.
Tutto ciò nonostante i segnali di ripresa economica registrati in questi ultimi mesi (aumento della produzione industriale, ordinativi, export, etc.), infatti, tra la fine del 2007 e il giugno di quest’anno, il valore aggiunto reale (ovvero la ricchezza prodotta dalle imprese italiane) e’ sceso del 5,8%: con punte del -15,9% nell’ industria manifatturiera; del -11% nel settore delle costruzioni; del -5,9% nel commercio,alberghi e trasporti. Per l’agricoltura (-1,5%) e il settore del credito e dei servizi (-0,1%), invece, gli effetti negativi sono stati, tutto sommato, abbastanza contenuti.
Purtroppo, anche le procedure fallimentari avviate sono in costante ascesa. Se nel 2007 erano 33 ogni 100.000 imprese, a giugno di quest’anno hanno toccato quota 57. Una ulteriore dimostrazione dello stato di difficolta’ in cui versa il nostro sistema imprenditoriale.