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La partecipazione alla Marcia della Pace rientra pienamente nei valori costituzionali su cui si fonda la scuola pubblica: educazione alla cittadinanza, promozione della pace, della solidarietà e del rispetto dei diritti umani. Insegnare educazione civica non significa chiudersi in aula a leggere leggi e articoli della Costituzione, ma offrire agli studenti occasioni concrete di riflessione e partecipazione civile, in coerenza con le finalità formative della scuola.
È grave e pericoloso cercare di screditare ogni forma di impegno sociale con l’accusa pretestuosa di “indottrinamento”. La scuola non è e non deve essere neutrale rispetto ai valori democratici: è chiamata, anzi, a difenderli con forza. La libertà di adesione resta intatta per ogni studente: nessuno è obbligato a partecipare.
Quanto all’ANPI, è bene ricordare – per chi sembra averlo dimenticato – che si tratta di un Ente Morale fondato l’indomani della Liberazione dal Nazifascismo, da uomini e donne che hanno scritto la Costituzione e che tutela la memoria della Resistenza e i valori democratici su cui si fonda la nostra Repubblica. Attendiamo che i dirigenti di Fratelli d’Italia chiedano quanto prima le dimissioni del sindaco che ogni anno, il 25 Aprile, celebra la festa della Liberazione insieme ad Anpi.
Se garantire il trasporto a studenti che vogliono partecipare a una manifestazione pacifista viene letto come “conquista”, allora siamo di fronte a una deriva culturale preoccupante.
Sostenere che un’attività come questa sia “vergognosa” o “manipolatoria” è un insulto non solo al lavoro di un dirigente scolastico, ma anche all’intelligenza degli studenti, che vengono trattati come soggetti incapaci di formarsi un’opinione autonoma. La libertà educativa non si difende attaccando chi educa alla libertà.
È ora di finirla con questa ossessione per il controllo ideologico della scuola. La Costituzione non è neutrale: è antifascista. E la scuola pubblica, per legge e per dovere morale, ha il compito di trasmettere e difendere questi valori. Senza scuse. Valori che, ricordiamolo, sono alla base della nostra Repubblica. Se questi valori danno fastidio a Fratelli d’Italia tuderte, il problema non è della scuola, ma è di chi ancora oggi si ostina a non volersi dichiarare antifascista.

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