Siamo rimasti esterrefatti nel leggere il comunicato di Gioventù Nazionale Todi, avvalorato da Fratelli d’Italia Todi, che attacca il Liceo Jacopone da Todi e l’ANPI per aver invitato gli studenti a partecipare alla Marcia della Pace Perugia–Assisi.
Ci sorprende che si polemizzi su un’iniziativa che da oltre sessant’anni rappresenta uno dei momenti più alti di partecipazione civile e di educazione alla pace del nostro Paese.
Desideriamo ricordare alla destra tuderte che il Governo guidato da Giorgia Meloni ha sottoscritto un protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e l’ANPI, nel quale si riconosce l’impegno comune a: “tramandare alle giovani generazioni i valori e gli ideali democratici e di pace per la difesa e il pieno rispetto della Costituzione repubblicana e l’affermazione dei suoi valori di libertà”.
Il protocollo, inoltre, valorizza il ruolo dell’ANPI nel promuovere la conoscenza della Resistenza, della Costituzione, della legalità e della pace tra i popoli, oltre che nella formazione civica e democratica dei giovani.
Accusare una scuola e un’associazione come l’ANPI per aver scelto di partecipare a un evento di pace è un gesto di grave miopia culturale e politica.
La Marcia della Pace non è un raduno ideologico, ma un’occasione di riflessione collettiva che quest’anno ha visto la partecipazione di oltre 200 mila persone: cittadini, studenti, associazioni, amministratori locali e rappresentanti di ogni orientamento politico, uniti da un unico messaggio — l’Italia sta dalla parte della pace, come ci insegna la nostra Costituzione.
Gridare “giù le mani dalla scuola” e, nello stesso tempo, pretendere di decidere quali temi essa possa affrontare, è una contraddizione in termini.
La scuola è e deve rimanere un luogo libero, aperto, di crescita civile, dove si imparano i valori della convivenza, della giustizia e della pace.
Come Giovani Democratici di Todi, crediamo che la pace si costruisca ogni giorno: nelle aule scolastiche, nelle piazze, nelle scelte politiche e nelle parole che usiamo.
Parlare di pace non è mai un errore.
Tacerne, sì.