La partita per il controllo della ELES Spa potrebbe essere tutt’altro che chiusa. Dopo aver dato notizia di una contro Opa da parte di Exon che, con l’accordo della famiglia Zaffarami, ha offerto un prezzo di 2,60 euro per azione, la Mare Group, promotrice nei mesi scorsi della prima Offerta pubblico di acquisto e scambio, ha deciso ora di alzare il prezzo della propria offerta sulla totalità delle azioni di ELES portandola a 2,61 euro per azione (1 centesimo in più di quella di Exon).
Mare Group fa sapere di “considerare ELES una società ad alto potenziale, seppur ancora non espresso pienamente nei risultati effettivamente raggiunti in questi 6 anni di quotazione dall’azienda”.
Mare Engineering Group Spa, che opera nel settore ad alta tecnologia, offrendo servizi di consulenza e sviluppo tecnologico per l’innovazione, la digitalizzazione e la transizione industriale, si prefigge – informa una nota – “di creare un polo italiano dell’ingegneria high tech, aggregando realtà italiane attive nel settore, affinché si possano generare sinergie e creare un vero sistema italiano. Questa filosofia si concretizza nel concetto di one company, un approccio che coinvolge attivamente gli imprenditori delle società acquisite nella governance del gruppo, assicurando continuità e valorizzazione delle competenze”.
Mare Group, da agosto, è il primo azionista di ELES con il 29,99% delle azioni e persegue, nonostante la posizione negativa del presidente Antonio Zaffarami e dell’amministratore delegato Francesca Zafferami, che controllano rispettivamente il 23,75% e il 3,87%, l’obiettivo di integrare l’azienda tuderte all’interno dell’ecosistema di società che già fanno parte del gruppo”.
Tra mosse, stalli, contromosse e rilanci bisognerà seguire ora le ulteriori evoluzioni della vicenda. Al centro anche l’interesse della comunità locale, affinchè il “vincitore” sia poi in grado di garantire la sostenibilità economica dell’operazione e quindi un piano industriale che possa e voglia sostenere l’attività e la forza lavoro del territorio e non una sua delocalizzazione.








