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Tra le 271 regioni europee valutate in base al prodotto interno lordo per abitante, espresso in standard di potere di acquisto, nel 2008 la regione si trovava tre punti sotto la media
eurostat

Senza infamia e senza lode la posizione dell’Umbria nella graduatoria Eurostat, l’ufficio europeo di statistica, che ha pubblicato i dati relativi al prodotto interno lordo per abitante, espresso in standard di potere di acquisto, nelle 271 regioni europee.
Peggio dell’Umbria il Sud e le isole che sono al di sotto, con il 69%, della media europea: con il 66% ci sono Campania, Calabria e Sicilia, seguite a ruota dalla Puglia (67%). Restano sotto media 100 anche Abruzzo, Molise, Basilicata, Sardegna e  poi viene l’Umbria che sfiora, è al 97%, la media europea

Nessuna regione italiana figura nelle prime 20 più ricche. Una misurazione, quella europea che ha un valore strategico in quanto propedeutica alla individuazione delle aree bisognose di aiuti, sotto forma di fondi strutturali. Le regioni con un Pil al di sotto del 75% della media Ue, come tutte quelle del Sud Italia, sono quelle che nella ripartizione dei fondi Ue hanno diritto ad aiuti europei più consistenti (i fondi strutturali tramite i quali si persegue l’obiettivo convergenza).

Nell’Unione Europea, nel 2008 il Pil per abitante nelle 271 regioni europee, espresso in termini di potere d’acquisto, variava dal 343 per cento (considerata 100 la media europea) della regione di Londra al 28 per cento di Severozapaden, in Bulgaria.
Tra le 40 regioni che superano il livello del 125 per cento, dieci sono in Germania, cinque nei Paesi Bassi, quattro in Austria e nel Regno Unito, tre in Spagna e Italia, due in Belgio e in Finlandia, uno ciascuno in Repubblica Ceca, Danimarca, Irlanda, Francia, Slovacchia e Svezia, così come il Granducato di Lussemburgo. Eurostat fa notare però che 8 regioni tra le prime 10 sono capitali, dove l’alta presenza di pendolari e di società di grandi dimensioni fa sì che il valore del pil procapite sia molto più alto che altrove.

In Italia, i territori più ricchi si confermano la provincia di Bolzano (137 per cento) e la Lombardia (134 per cento),
seguiti dall’Emilia Romagna (127 per cento). Bene il Lazio (123 per cento) che precede, tra l’altro, il Veneto (122 per cento) e la Toscana (116 per cento).
In generale, Nord Ovest, Nord Est e Centro Italia hanno un pil superiore alla media Ue (rispettivamente 126%, 124% e 116%).

 

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