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Un milione di firme per ridurre gli stipendi ai politici italiani”, la campagna su Facebook di tre ragazzi perugini promette di bruciare in pochi giorni l'obiettivo che doveva essere raggiunto a maggio del prossimo anno.
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Nonostante che in Umbria i costi della politica siano forse i più bassi d’Italia, i giovani umbri sentono molto le differenze con la loro condizione, spesso da disoccupati o sotto retribuiti e precari.
Visto perciò che, nonostante le tante parole, pochi credono che i politici italiani siano disposti ad autoridursi veramente i compensi ed i privilegi, che gli consentono già ai primi di aprile di presentarsi belli abbronzati alle telecamere, si sospetta per le gite sugli yacht più che per sedute  alle lampade, tre ragazzi di Perugia hanno promosso su Facebook una campagna battezzata col nome “Un milione di firme per ridurre gli stipendi ai politici italiani”, ma che a ben guardare è anche contro l’eccessiva sperequazione tra redditi.

L’iniziativa prevede un sondaggio preventivo e poi la vera e propria raccolta di firme.
Già oggi si sarebbe  sostanzialmente a mezzo milione di adesioni e per il maggio del prossimo anno, data limite posta molto cautelativamente dagli organizzatori e di cui la politica non potrà non tenere conto alla scadenza elettorale del 2012,  l’obiettivo sarà sicuramente superato e forse al milione occorrerà aggiungere un ulteriore zero.

Quel che vogliono i tre perugini è:
1. Riduzione del 30% degli stipendi a chi supera un ammontare di € 8.000,00 netti al mese
2. Riduzione delle pensioni del 20% per chi supera € 4.000,00 netti
3. Auto blu solo alle 4 più importanti cariche dello Stato Italiano
4. Diminuzione del 50% di porta borse
5. Abolizione del 70% dei vitalizi per i politici italiani.

Se c’è da fare un appunto a tali richieste, questo attiene solamente alla strategia.
Diversificare le soluzione tra lavoratori attivi e pensionati ostacola la formazione di un più ampio movimento "pantera grigio-verde", mentre si dà l’impressione che sia meglio restare al lavoro che andare in pensione anche quando si può e ciò si ritorce sulle possibilità di impiego dei giovani.

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