Confagricoltura Umbria sollecita l’immediata convocazione di un Tavolo comune di concertazione di strategie per consentire il pieno dispiegamento delle grandi potenzialità della vitivinicoltura umbra che anche quest’anno si conferma di ottima qualità, ma con un export in sofferenza ed una produzione in calo del 10%.
Per l’associazione “Non c’è più tempo. Per il vino umbro serve un progetto unitario, che abbia obiettivi certi e misurabili, dalla produzione alla promozione sino alla commercializzazione, da raggiungere con il contributo di tutti, istituzioni, associazioni ed imprenditori.”
“Per il vino umbro – sottolinea la Federazione – è il momento delle scelte. La specificità delle nostre produzioni potrà avere ancora successo solo se ben gestita e supportata. Manifestiamo perciò l’esigenza di una regia forte, di un’azione promozionale efficace e pianificata, necessaria per affermare nel mondo il brand Umbria, la nostra identità culturale, valorizzando la ricchezza e la varietà dei nostri vini e dei nostri territori, attraverso attività di marketing mirate che, purtroppo, ad oggi non sono state affatto in grado di veicolare un’immagine unitaria della nostra regione.
Gli imprenditori – prosegue Confagricoltura – hanno fatto la loro parte riequilibrando la produzione. Ora attendiamo concretezza dal Piano vitivinicolo regionale più volte auspicato, ma non ancora attuato.
E’ quanto mai urgente capire che vino si vuole produrre, quale mercato aggredire e con quali mezzi. Altrimenti tutti gli sforzi fatti sul fronte della qualità rischiano di essere vanificati. Ma il problema, lo sappiamo, non è sulla quantità.
Perdere l’export significa perdere posizioni anche sul fronte della qualità e chiudere le porte al futuro. Leggiamo con piacere dalle pagine di “Umbria Agricoltura” della Regione Umbria che anche per il direttore Ciro Becchetti “Per il vino umbro ci vuole un progetto”.
Concordi sul fine, ci aspettiamo ora di capire quale strada abbia ipotizzato l’ente, quale progetto attuare ed entro quanto tempo realizzarlo.
Una cosa è certa: gli imprenditori hanno fatto e faranno la loro parte e il vino umbro continua a dimostrare di essere la vera risorsa per tutto il settore agroalimentare regionale.
Il suo indotto spazia dall’industria di trasformazione alla commercializzazione, ai trasporti, alle bioenergie, all’enoturismo.
E’ un qualcosa di cui tener conto in sede di programmazione. Perché i problemi restano. Abbiamo un potenziale di 18mila ettari di vigneti coltivati ma abbiamo difficoltà ad andare sui mercati dove la concorrenza è invece in continua crescita.
Troppa frammentazione, senza un piano guida unitario. Promozione quindi, ma anche semplificazione per vincere la guerra dei campanili e dei tantissimi piccoli produttori che annaspano rispetto alle grandi imprese. Quindi, ma non ultima, la necessità di una programmazione concertata dei bandi e delle risorse a disposizione, sull’esempio di quanto già fatto da altre regioni, come le Marche, ad esempio, o la Toscana.
Per vincere sui mercati – conclude Confagricoltura Umbria- non serve il successo della singola impresa, ma un modello Umbria vincente che faccia da apripista per tutti i produttori”.
Queste ed altre problematiche saranno affrontate, in occasione della visita del Presidente nazionale Mario Guidi ad Orvieto, in concomitanza con la manifestazione Umbria Folk Festival 2011, che vede la partecipazione di Confagricoltura Orvieto e che quest’anno è dedicata alla “Madre Terra”.









