E così la tassa torna a toccare redditi che sono solo virtuali, sulla carta.
Il Pdl di Todi – con un comunicato “prende atto con soddisfazione della scelta adottata dall’amministrazione comunale e dalla maggioranza presente in consiglio Comunale in materia di Imu, mantenuta sulla soglia minima dello 0.4 %.”
In vero i Comuni, secondo la legge avrebbero potuto modificare l’aliquota, in aumento o in diminuzione, sino a 0,2 punti percentuali (0,2%-0,6%). Inoltre la casa concessa in uso gratuito a parenti, a differenza dell’Ici, non viene considerata come abitazione principale.
Tuttavia la pesante crisi economica e le conseguenti iniziative in tema di risanamento adottate dal Governo Monti hanno previsto un inasprimento di tali misure cui i Comuni devono ad ogni modo dovuto far fronte.
Rispetto a ciò il Comune di Todi sarà costretto a versare nelle casse dello Stato quasi due milioni di euro.”
Il partito del Sindaco attribuisce ad una sua “una politica volta al taglio della spesa, alla razionalizazione della macchina amministrativa e dei suoi costi,” il fatto che l’amministrazione di centrodestra abbia potuto fissare l’Imu sulla prima casa allo 0.4 per cento" che secondo il Pdl “è fra le più basse applicate in Umbria proprio in considerazione della piu’ ampia e possibile nei confronti delle famiglie".
E difende la scelta di fronte alle critiche dell’opposizione, che avrebbe voluto l’aliquota più bassa, citando il Sindaco di Città di Castello il quale avrebbe detto “"non applicare lo 0.4 per cento significherebbe ufficializzare il dissesto del Comune che dovrebbe provvedere in proprio nei confronti dello Stato".
Di seguito, le controproposte del locale Pd
Per quanto riguarda la prima casa è stata applicata l’aliquota dello 0,4% a fronte della nostra proposta di applicare lo 0,2%. Lo 0,2%, in considerazione dell’aumento delle rendite catastali del 60%, avrebbe comunque garantito un introito pari o superiore al trasferimento statale.
Inoltre la maggioranza di centro-destra ha respinto la nostra proposta di applicare l’aliquota prima casa e relative detrazioni al soggetto passivo che, a seguito di provvedimento di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio, non risulta assegnatario della casa coniugale.
Non solo ha anche respinto il nostro suggerimento dell’aliquota prima casa all’unita’ immobiliare posseduta a titolo di proprieta’ o di usufrutto da anziani o disabili che acquisiscono la residenza in istituti di ricovero o sanitari a seguito di ricovero permanente, a condizione che la stessa non risulti locata, agli immobili di cooperative a proprietà indivisa e a quelli posseduti dagli Ater.
Insomma l’anziano ricoverato alla Veralli-Cortesi, così come il separato soggetto passivo proprietario di una casa sfitta dovrà pagare lo 0,96% in luogo dello 0,4% e delle detrazioni! Una grande ingiustizia!
Ricordiamo che in questi 5 anni hanno già raddoppiato la tassa per i rifiuti e hanno aumentato tutto ciò che potevano: mense, trasporti, rette, tariffe parcheggi, oneri edilizi, ecc.
E sulla addizionale IRPEF hanno respinto la nostra proposta di esentare i redditi più bassi e di applicarla in modo progressivo, per tutelare chi meno ha.
Decisioni ingiuste, contro i più deboli, contro le famiglie e contro le imprese.
Dalle tasche dei cittadini,quest’anno, toglieranno ancora 6/7 milioni di Euro!!, peggiorando le misure del governo centrale (che ne aveva richiesti solo 2).