Lo prevede un atto preadottato dalla Giunta regionale, che modifica il Regolamento regionale 34 del ’99 sul prelievo venatorio al cinghiale “allo scopo – fa detto Cecchini – di ridurre il numero delle squadre e favorire gli accorpamenti, così da aumentare l’efficacia delle battute e limitare la superficie territoriale occupata.
Ciò favorirà il controllo della popolazione dei cinghiali, in considerazione del notevole incremento degli ultimi anni dei danni causati all’agricoltura da questa specie. A tal fine – ha ricordato Cecchini – la Regione sta operando, in collaborazione con Province e ATC, per approvare in tempi brevi il Piano straordinario di contenimento dei cinghiali.”
Tant’è che qualcuno, ironicamente, chiede se siano nati prima i cinghiali o i cinghialisti
Questi, comunque i vari interventi su una questione dietro cui si muovo svariati e forti interessi
Per Paolo Baiardini (EnalCaccia) i cinghiali sono decisamente troppi ed occorre ristabilire il loro equilibrio naturale anche all’interno dei parchi regionali. Ha suggerito abbattimenti con tutti i mezzi idonei,compresi gli strumenti meccanici di cattura.
Gianni Eroli (Atc 3) evidenziando come i danni veri all’agricoltura si registrano dove c’è forte concentrazione di animali, fino a 50-60 capi che si spostano insieme.
Per Ezio Bordicchia (Atc 2) mentre all’orizzonte si profilano danni ingenti ai frutteti da parte della specie storno in forte crescita, va rivista la legge regionale e un regolamento di difficile interpretazione proprio sulla quantificazione dei danni.
Una dura critica all’esperienza dei parchi umbri è venuta da Franco Granocchia (Provincia di Perugia), “non hanno portato i benefici attesi, ma tanti cinghiali che mettono in fuga altre specie faunistiche. Occorre tolleranza zero, anche con le aziende private inadempienti sulle catture”.
Ed abbattimenti selettivi all’interno dei parchi li ha chiesti subito dopo Stefano Tacconi (Libera Caccia) che ha posto con forza il problema di rivedere il regolamento regionale sui danni e di spostare più soldi dal rinnovo delle licenze al rifacimento.
Se i danni all’agricoltura sono cresciuti, ha spiegato Massimo Manni (Coldiretti) questo
è dovuto anche a fattori contingenti, come l’aumento del 30 per cento delle sementi dei cereali. Per Quartilio Ciofini (Atc 1) sarebbe sufficiente “obbligare le squadre di cinghialisti, pena la non iscrizione, a partecipare alle selezioni di settembre ed a rispettare i numeri di capi da abbattere durante il periodo di caccia da estendere a tutto gennaio”.
La rotazione delle squadre nei vari territori è stata proposta da Igor Cruciali (Confagricoltura), allo scopo di evitare l’interesse dei cacciatori a lasciare sul territorio troppi capi per l’anno successivo.
Censimento puntuale dei cinghiali presenti nelle varie zone e sanzioni alle squadre che non raggiungono gli obiettivi, li ha chiesti in ultimo Franco Di Marco (Federcaccia).









