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Ben sei regioni dell'Italia centrale occupano le prime otto posizioni nella graduatoria che tiene conto del rapporto tra decessi e popolazione occupata
acquaytue86

Marzo il mese più tragico per le morti sul lavoro nel nostro Paese dall’inizio dell’anno.
Sono state 44 le vittime rilevate dall’Osservatorio sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering. Sale così a 108 il numero dei decessi del primo trimestre 2012 con l’esclusione degli infortuni in itinere e degli infortuni connessi alla circolazione stradale. 

La Toscana –  oltre ad essere sul triste podio ( per l’affondamento del Concordia) per numero di vittime (17) subito dopo la Lombardia – è anche al primo posto quando si osserva l’emergenza rispetto alla popolazione lavorativa.
La Toscana infatti fa registrare un indice di incidenza pari a 10,9 contro una media nazionale del 4,7.
Terza per numero di decessi è invece l’Emilia Romagna (10),

Osservando poi la mappatura dei drammi sul lavoro per macroaree geografiche è il Centro della Penisola a contare il maggior numero di decessi (45), seguito dal Nordovest (30), dal Nordest (15), dal Sud (12) e dalle Isole (6).
Mentre comparando tali risultati con la popolazione lavorativa lo scenario si modifica. La maglia nera spetta sempre al Centro del Paese (6,1) ma è seguito questa volta dal Nordest dove l’indice di incidenza è pari a 4,9. Seguono il Nordovest (4,4), il Sud (3,4) e dalle Isole (3).

E i contorni dell’emergenza nell’Italia centrale, soprattutto in Toscana, trapelano chiaramente nella classifica provinciale delle morti bianche rispetto alla popolazione lavorativa.
Prima e seconda in graduatoria sono proprio Grosseto – che fa registrare un indice di incidenza pari a 72,8 – e Massa Carrara (25). Terza è Agrigento (24,8), e quarta nuovamente una provincia toscana: Livorno (22,7).
Mentre Perugia è 33ma con due decessi “ufficiali” il che porta l’Umbria al settimo posto di questa graduatoria con sei regioni dell’Italia di Mezzo che occupano le prime otto posizioni
In termini assoluti accanto a Grosseto che conta 7 vittime sul lavoro dall’inizio dell’anno

La principale causa di morte registrata dall’Osservatorio è quella provocata da una caduta dall’alto (26,9 per cento delle morti), seguita dallo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti dall’alto (24,1 per cento); al terzo posto il ribaltamento di un veicolo/mezzo in movimento (12 per cento); al quarto il contatto con organi lavoratori in movimento (5,6 per cento).
Seguono le morti dovute a cause elettriche dirette ed indirette (4,6 per cento), il seppellimento o sprofondamento (3,7 per cento), così come il decesso dovuto all’ investimento da mezzo semovente. Il 2,8 per cento dei morti è stato vittima di un letale contatto con oggetti/mezzi in movimento. E ancora l’1,9 per cento sono i decessi dovuti a: esplosione, incendio, soffocamento o intossicazione da gas.

Sempre l’agricoltura il settore economico più a rischio con il 37,4 per cento dei casi di morti bianche di tutto il Paese, seguito dal settore delle costruzioni (24,3 per cento
). Il 9,3 per cento degli eventi mortali, invece, è stato registrato nei trasporti, magazzinaggi e comunicazioni; e ben il 10,3 per cento dei lavoratori ha perso la vita nel commercio e nelle attività artigianali; il 4,7 per cento nei servizi, e il 2,8 per cento nella produzione e distribuzione/manutenzione di energia elettrica, gas acqua così come nella fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici.

Seguendo l’indagine degli esperti dell’Osservatorio Vega Engineering (tutti i dati sono disponibili sul sito www.vegaengineering.com) si scopre che gli stranieri deceduti sul lavoro sono il 14,3 per cento del totale. Mentre le fasce d’età più coinvolte nel dramma sono quelle che vanno dai 45 ai 54 anni (26 vittime) e quella tra i 55 e i 64 anni (21) come quella degli ultrasessantacinquenni. Rispetto alla popolazione lavorativa l’indice di incidenza più preoccupante è proprio quello degli ‘over 65’ (55,9); segue il 7,8 della fascia 55-64 il 4,2 dei 45-54.
Ultimo grafico elaborato dagli esperti dell’Osservatorio di Vega Engineering è quello relativo ai giorni della settimana in cui gli episodi mortali sono stati più frequenti. Si scopre così che il venerdì continua ad essere il giorno più luttuoso della settimana: tra gennaio e marzo è deceduto il 19,4 per cento di tutte le vittime del lavoro.
 

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