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Analisi della Coldiretti della media valle del Tevere
coldiretti

Il comparto agroalimentare rappresenta uno dei più significativi segmenti dell’economia della media valle del Tevere, comprensorio dove la Coldiretti arriva a contare quasi duemila aziende associate. Abbiamo parlato dei problemi e delle prospettive del comparto con Mario Rossi, segretario comprensoriale dell’organizzazione di categoria.
Qual è la situazione del settore agricolo nella media valle del Tevere? “Problemi vecchi e nuovi caratterizzano l’operato quotidiano delle imprese: aumento dei costi di produzione, contrazione dei prezzi dei prodotti all’origine, burocrazia, difficoltà di penetrazione nel mercato. Le positive riforme normative, dalla nuova PAC alla legge di Orientamento, stanno apportando profondi e veloci mutamenti che il mondo agricolo locale deve saper cogliere. Ci sono i presupposti per esaltare le capacità imprenditoriali e vincere le sfide del nostro tempo. Un percorso che dovrà essere accompagnato e favorito anche attraverso la programmazione regionale e locale, affinché le imprese agricole possano aumentare competitività e redditività, sviluppando azioni volte a qualificare e valorizzare le produzioni e mirate all’innovazione – sia di processo che di prodotto –  per potersi confrontare con un mercato sempre più difficile e articolato. Le strategie devono essere finalizzate alla riscoperta del territorio, delle produzioni di qualità e al rispetto dell’ambiente. Da qui anche l’esigenza di energie alternative che possono dare un nuovo respiro anche al nostro settore. Le agroenergie in particolare rappresentano un mezzo pulito e, perché no redditizio, per permettere alle aziende agricole di essere protagoniste in questo nuovo scenario di multifunzionalità”.
Cosa si aspettano le imprese dal nuovo PSR? “Ritengo fondamentale che il Piano di sviluppo rurale, il documento di programmazione che costituirà il punto di riferimento per il periodo 2007-2013, sia focalizzato sulle imprese, favorendo la crescita del settore e sostenendo il processo di ammodernamento dello stesso. È necessario pertanto garantire l’efficacia degli interventi e dell’impiego delle risorse. Il mercato rappresenta il riferimento obbligato con cui misurarsi e quindi le politiche attivate devono essere capaci di orientare gli imprenditori verso le richieste del mercato stesso, evitando distrazioni di fondi per finalità non produttive e non in grado di generare sviluppo e ricchezza. Lo sviluppo del comparto agro-alimentare si gioca tutto su questo fronte”.
Come valorizzare il territorio? “La promozione delle produzioni di qualità strettamente legate alla tipicità, da promuovere in sinergia con gli altri settori economici, congiuntamente al rafforzamento delle filiere, costituiscono obiettivi dai quali non è possibile prescindere. In tal senso sono da sottolineare positivamente le iniziative poste in essere da alcuni nostri associati, finalizzate a valorizzare il contesto locale e tutto ciò che esso esprime sul piano culturale, enogastronomico, delle produzioni e del turismo. Iniziative integrate e sinergiche che stanno coinvolgendo anche le imprese di altri settori ed aumentando la capacità attrattiva e la competitività dell’area. Il territorio è un valore distintivo che deve passare da “moda” a vero “modo” di fare impresa”.
Le produzioni su cui puntare? “Occorre concentrare le risorse a disposizione in una condivisa valorizzazione dei prodotti che caratterizzano la tipicità della media valle del Tevere: zootecnia, olio, vino, agriturismo di qualità. È importante che siano premiati e stimolati i comportamenti imprenditoriali che vanno verso la trasparenza e la riconoscibilità dei prodotti del territorio e, più in generale del Made in Umbria, liberi da OGM e fortemente legati alla cultura e alle tradizioni locali, favorendo altresì le integrazioni all’interno delle filiere produttive”.
I rapporti con gli enti e le organizzazioni degli altri comparti? “Per quanto riguarda le Amministrazioni comunali ritengo che ci sia una soddisfacente collaborazione e anche la dialettica con le organizzazioni degli altri settori produttivi, pur nel rispetto dei ruoli e degli interessi interpretati, è positiva. Ci sono le condizioni per dare slancio ad uno sviluppo territoriale integrato”.
Cosa chiedere alle istituzioni locali? “Auspico che con loro si possa dare una concreta attuazione alla multifunzionalità in agricoltura, attraverso la sottoscrizione di protocolli di intesa che consentano agli imprenditori di svolgere servizi a favore delle pubbliche amministrazioni e della collettività (manutenzione di strade, verde pubblico, ecc.). Ritengo inoltre che con le Amministrazioni locali si possa ragionare sulla possibilità di prevedere, per l’approvvigionamento di calore, energia elettrica e biocarburanti per strutture e mezzi pubblici, l’utilizzo di biomasse di origine agricola e di apposite coltivazioni a fini energetici. Importante sarebbe anche favorire l’inserimento di prodotti di qualità regionali nella ristorazione pubblica sia scolastica che ospedaliera e l’adozione di provvedimenti che favoriscano la vendita diretta con la creazione di “filiere corte” locali. Questo potrebbe concretizzarsi attraverso la realizzazione di mercatini riservati esclusivamente ai produttori agricoli al “servizio” dei consumatori”.

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