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Quale gestione dopo il suo completo recupero?

Da qualche settimana sono iniziati i lavori di “finitura” del castello di Petroro, il quale sarà oggetto, dopo l’opera di consolidamento e ristrutturazione avvenuta con i fondi post-terremoto, di un intervento da 1,7 milioni di euro finalizzato a restituire entro la fine del 2008 una piena fruibilità al prestigioso immobile di proprietà dell’Ente tuderte di assistenza e beneficenza. La destinazione d’uso prevista è quella ricettiva e, ancor più specificatamente, nell’ambito della tipologia classificata sotto la voce “alberghi diffusi”, ovvero caratterizzati da un’ospitalità in contesti urbani di pregio, con camere e servizi dislocati in edifici diversi seppur vicini tra loro.
Di simili strutture, contraddistinte dal grande valore architettonico, in Italia ce ne sono trentacinque, di cui per il momento soltanto una in Umbria. Tale formula è ritenuta particolarmente adatta per borghi e paesi storici, che in tal modo possono essere rivitalizzati senza necessariamente ricorrere a nuove costruzioni per risolvere i problemi tipici della ricettività alberghiera. L’origine della soluzione risale agli anni ’80 con la ristrutturazione di alcuni centri della Carnia, ormai disabitati a seguito del sisma, in villaggi turistici, mentre la sua definizione attuale ed il primo studio di fattibilità sono rintracciabili in un progetto del Comune di San Leo, nel Montefeltro.
“L’albergo diffuso – sottolinea l’Etab – è una grande occasione per il sistema dell’offerta turistica locale di sperimentare stili di ospitalità originali attraverso i quali proporre la propria cultura dell’accoglienza, senza prendere in prestito procedure e modalità standard”.  L’ente, ben prima della conclusione dei lavori in corso, è intenzionato ad indire in tale direzione una gara per l’individuazione di imprenditori interessati alla gestione di Petroro.

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