La polemica interna ai Democratici di sinistra di Todi non si è ancora spenta, nonostante non siano mancati i tentativi per sedarla. Le dimissioni di Giorgi dal partito (ma non dal Consiglio comunale) hanno complicato il già delicatissimo quadro politico cittadino, la cui stabilità è stata minata prima dal terremoto elettorale e poi da numerose ed ugualmente pericolose scosse di assestamento.
L’intervento del capogruppo dell’Ulivo, Stefano Cappelletti, aveva fatto pensare alla possibilità di una ricomposizione della vicenda in nome del futuro Partito democratico. Invece non è così, con Giorgi che fa saltare gli ultimi ponti in piedi ancora alle sue spalle, ribadendo non solo le dimissioni dai Ds e la costituzione di un gruppo misto ma portando un nuovo attacco alla gestione del partito.
“Rimango sconcertato e amareggiato – scrive Giorgi – per i toni violenti ed offensivi diretti alla mia persona con i quali la segreteria comunale dei Ds ha risposto al mio annuncio di dimissioni e alle relative motivazioni contenenti problematiche e argomenti strettamente politici e di partito e non personali.
Voglio sottolineare che mi sto muovendo in piena legalità, visto che il passaggio e l’adesione al gruppo misto è prevista dal regolamento sul funzionamento del Consiglio comunale (approvato anche dal centrosinistra), il cui articolo 28 disciplina questa eventualità.
Ho invece seri dubbi sulla condivisione del contenuto del documento diffuso a firma della segreteria comunale, come mi conferma la presa di distanze di Pepi. Quanti degli altri componenti lo hanno visto, letto ed approvato? Sarebbe opportuno che per quell’onestà che a me viene spesso rinfacciata, anche altri rendessero nota pubblicamente la propria dissociazione.
Per il resto rimango sereno, come lo sono sempre stato. I miei valori rimangono quelli di sinistra, perchè questa è la mia appartenenza politica. Pur mantenendo la mia autonomia e indipendenza non avrò problemi a collaborare con l’intera coalizione di sinistra (anche se i toni del documento diffuso dalla segreteria certo non aiutano in questa direzione), perchè voglio garantire il bene della città di Todi nel rispetto di chi mi ha votato. Ciò a dimostrazione che sono capace di ben distinguere l’interesse generale da quello particolare.
So di non aver rubato i voti come mi si accusa. Certo è che la differenza la fa il valore aggiunto della persona, più o meno radicata nel territorio: per questo alla fine c’è chi all’interno della stessa lista viene eletto e chi invece no.
Ringrazio il consigliere Cappelletti (che evidentemente si è alzato stamattina prima degli altri, visto che ieri il comunicato del partito era molto diverso… domani a chi toccherà?) per la disponibilità espressa, anche se ormai tardiva. So bene che non tutte le ragioni sono dalla mia parte, ma il problema è che nel partito ci sono altri che pensano di essere solo e sempre loro nel giusto.
L’intervento di Cappelletti mi disorienta un po’ perchè non si capisce bene chi ha in mano il pallino e quanti anime ci sono nel partito. E’ comunque una riprova di quanto da me detto nella lettera di dimissioni.
Io mi fermo qui e questa è la mia ultima uscita polemica, a meno che non venga chiamato di nuovo pesantemente in causa. Questo per evitare protagonismi personali e per rispetto degli elettori dei Democratici di sinistra , dei cittadini di Todi e della politica così come deve essere intesa”.